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È una vita da “prescelto” quella di Maurizio Valenti, attuale proprietario dell’Antico Forno Valenti dal 1887 in via Francesco Aguglia a Bagheria che, nel nome del pane e in nome dei bisnonni, del nonno e del padre, ha ereditato un'attività più che ultracentenaria. Non un panificio qualunque, ma uno dei pochi luoghi che conserva - facendone commercio nazionale - l’antica ricetta dello sfincione bagherese, simbolo dello street food. Il tutto mantenendo quelle caratteristiche uniche che solo nel paese di Renato Gutturo e Giuseppe Tornatore ancora oggi restano radicate, con l’obiettivo di attrarre i turisti. Una vita non facile quella da “fornaio per gli altri” come quella di Maurizio Valenti, che ora punta a nuovi mercati.
Ci racconti la storia di Antico Forno Valenti dal 1887, che funziona ancora oggi a legna
«L'Antico Forno Valenti dal 1887 è una attività a conduzione familiare, di cui io rappresento la quinta generazione dei panificatori Valenti. Il forno è stato avviato da mio bisnonno nel 1887. Ancora oggi cerchiamo di mantenere viva la tradizione dell’arte della panificazione, rimanendo fedeli alle stesse ricette di un tempo e utilizzando ingredienti di qualità, per avere standard sempre molto elevati».
Come ha mantenuto l’antica tradizione di famiglia?
«Qui all'Antico Forno Valenti dal 1887 facciamo il pane utilizzando grani siciliani, partendo dal pane di rimacino. Servendoci dei cosiddetti “grani antichi” facciamo il pane nero, il pane di farina di Tumminia, il pane ai cereali e il pane con levitazione naturale. Il nostro cavallo di battaglia è lo sfincione bianco, che consegniamo, partendo dalla nostra sede storica e unica, in vari supermercati e vari pub».
Quando comincia la giornata di un panificatore all'Antico Forno Valenti dal 1887?
«La giornata all'Antico Forno Valenti dal 1887 comincia alle tre del mattino, accendendo il forno che, funzionando a legna, deve essere messo in attività abbastanza presto per portarlo alla giusta temperatura. Durante il riscaldamento, iniziamo a preparare il pane».
Abbiamo accennato precedentemente allo sfincione bagherese. Quale è la sua storia?
«È un prodotto dalle radici antiche. L’antica ricetta dovrebbe appartenere alle suore del monastero di San Vito di Palermo che nel 1700 prepararono lo sfincione per i principi di Butera. La ricetta era diversa, agli inizi del Novecento qui a Bagheria si è sviluppata la tradizione delle famiglie che portavano nei forni che producevano la parte lievitata dello sfincione la cosiddetta “cuanza”, ovvero il condimento. Ognuno lo riempiva a suo piacimento. Era tipicamente un prodotto natalizio, ma oggi, anche qui all'Antico Forno Valenti dal 1887, lo troviamo disponibile tutto l’anno».
Il sogno di Maurizio guarda comunque al futuro: «Bagheria è piena di turisti che passano da qui solo per assaggiare il nostro sfincione. È giunto il momento di farlo conoscere in tutto il mondo, portandolo direttamente nelle case dei francesi, degli inglesi, dei tedeschi e degli americani».
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