Quando si vuole parlare di carne proveniente da Baucina nel mondo, il focus si sposta direttamente in quella splendida fattoria dal sapore green che è l’azienda Agricola Fratelli Realmuto.
Qui i fratelli Vincenzo e Salvatore, continuando la tradizione di famiglia risalente al 1961, basata su una formula: la carne si costruisce. Quindi non solo allevare l’animale o venderne la carne, ma fare con lui o lei un percorso dalla nascita alla macellazione, partendo dal nutrimento.
Così, il terreno dei Fratelli Realmuto – dove vivono e convivono bovini, suini, galline e ovini, ma anche un tacchino, tutti sorvegliati da numerosi cani – è coltivato a cereali e fave per nutrire gli animali nel tempo, quindi per uso zootecnico. Scatta poi l’allevamento vero e proprio di bovini, suini e ovini con il metodo “a ciclo chiuso”, ovvero: nascita, crescita, maturazione e macellazione eventuale finale. Il tutto si conclude nella fase di creazione e vendita delle carni e dei salumi, che si vendono nella macelleria di via Roma 50 a Baucina: nascita e vita dell’animale sono naturalmente coordinati con il loro allevamento. Così, per esempio, c’è un grosso “papà” maiale che ingravida le scrofe per creare i piccoli maialini da macello. Un cerchio della vita continuo che punta oggi al mondo del fotovoltaico e dell’inquinamento a parametro zero.
Salvatore Realmuto, quando nasce la vostra azienda agricola gestita de lei e suo fratello Vincenzo?
«L'Azienda agricola Fratelli Realmuto nasce nel 1961 grazie ai nostri nonni, che erano degli allevatori agricoli. Noi rappresentiamo la terza generazione di imprenditori. Il nostro obiettivo è quello di portare sulla tavola dei clienti una carne genuina e dal sapore antico. Alleviamo bovini, suini e ovini da trasformare in carne o salumi da vendere nella nostra macelleria, che abbiamo in attività dal 2012 e dove ci siamo specializzati in particolare nei trasformati di maiale».
Che tipo di carni producete dai vostri animali?

«Stinco di maiale, salame al pistacchio, bombette di salsiccia, arista di maiale, punta di costata di vitello, la Fiorentina, fesa di vitello, codata di vitello, noce di vitello, garretto di vitello, girello di vitello, sottofesa di vitello, arista di capocollo, rollò di tritato di vitello, salsiccia al limone, lonza di maiale, involtini e hamburger in vari gusti e la salsiccia pasqualora».
E quale è il prodotto più richiesto dai clienti della macelleria?
«Sicuramente la salsiccia fresca, che facciamo solo con carne di maiale, sale, pepe e finocchietto selvatico. È un prodotto che va consumato previa cottura e completamente naturale e non trattato con antiossidanti. Poi c’è chi la assaggia anche cruda, perché i clienti sanno che non trattiamo il prodotto con coloranti o altro. Insomma, il nostro cliente si fida di come trattiamo i nostri maiali»
Come si svolge la sua giornata di lavoro da allevatore, ma anche da macellaio?
«Sveglia di prima mattina per arrivare in azienda, dove due volte al giorno alimentiamo gli animali, per esempio i bovini, in stalla, dove vivono due o tre mesi per l’ingrasso prima della macellazione.
In un secondo momento della giornata ci dedichiamo ai capi femmina, che vivono liberamente e controlliamo che stiano bene nella nostra proprietà. Dopo la pausa pranzo controlliamo le pecore. Nell’ultima fase della giornata nutriamo anche i maiali».
Quali sono i vostri obiettivi aziendali futuri?
«Con mio fratello abbiamo fatto una scelta green.
Quasi tutti i nostri casolari sono alimentati a energia solare, quindi il consumo e l’inquinamento è pari a zero.
Poi vogliamo certificare la nostra carne in bio, che c’è già dal punto di vista sostanziale, ma non burocratico.
Inoltre vogliamo implementare il sito web per permettere a chiunque in qualsiasi parte del mondo di mangiare la nostra carne di Baucina».
Un vero lavoratore Salvatore, che non ha paura di sporcarsi le mani e che conosce uno per uno i suoi animali, e ne interpreta i bisogni e le esigenze. Il tutto con lo scopo di puntare alla qualità del prodotto, che, sempre secondo Salvatore «quando lo si assaggia deve sapere di qualità» e deve ricordare quindi che ci sono ancora posti, come questa azienda agricola, dove la tradizione alimentare artigianale italiana non è ancora persa.