Il termine intarsio deriva dall’arabo “tarsi” che significa proprio “connettere” infatti, l’intarsio è una delle tecniche decorative più antiche che oggi scopriremo attraverso il racconto di Salvatore Gargiulo, proprietario di INLAID.
L’intarsio nasce intorno al XVIII secolo e consiste nella composizione di disegni complessi inseriti in legno sottilissimo. All’inizio gli intarsiatori creavano semplici motivi geometrici, sino ad arrivare a veri e propri quadri completamente fatti di legno.
Un durissimo lavoro che necessita di calma e pazienza e sono molti gli artigiani italiani che continuano a svolgere questa tecnica decorativa, fieri di voler raccontare delle vere storie attraverso le proprie creazioni.
L’effetto finale è davvero sorprendente, sfumature cromatiche, colori caldi e giochi di luce, chi non ha in casa propria un oggetto di intarsio?
Ancora oggi, per fortuna, quest’antica e affascinante tecnica decorativa esiste, infatti godendoci il sole della costiera sorrentina, passeggiando per le caratteristiche viuzze, esaltati dal profumo agrumato di questo piccolo paesino, non possiamo non notare una bottega che sembra essere lì da sempre: INLAID, un’attività artigiana che mette in risalto l’importanza del “fare l’arte” con le proprie mani ma soprattutto con il cuore, una tradizione che dura da anni, una tradizione tutta Made in Italy.
Ecco che ci accoglie Salvatore Gargiulo, il proprietario di questa attività, INLAID una bottega artigiana di intarsio sorrentino che esiste da più di 60 anni; un incontro che ci ha lasciato non solo conoscenza, ma anche fortissime emozioni.
Salvatore persegue la sua arte e il suo obiettivo: custodire e tramandare l’eccellenza delle mani italiane.
Ciao Salvatore, quando nasce la tua attività?
La mia attività è nata più di sessanta anni fa, però il mestiere di intarsio è nato duecento anni fa. Io sono diventato molto famoso per i merletti, i primi artigiani infatti hanno preso spunto dai disegni dei merletti, poi con il tempo hanno deciso di creare anche diversi disegni, come i fiori o mandolini, però il simbolo principale è l’arabesco, che adesso è diventato il simbolo per eccellenza dell’intarsio, ed è anche quello più impegnativo da lavorare.
Quali sono le tue tecniche di lavorazione?

Le tecniche di lavorazione non sono tantissime, ma richiedono davvero grande precisione.
Iniziamo dalla macchina più importante che è il traforo, quella con cui si comincia a creare il prodotto: ha dei seghetti molto sottili a cui si deve fare molta attenzione perché quando si intaglia potrebbe rovinare il disegno dato che la sfoglia è molto sottile, precisamente è meno di sei decimi.
Infatti, per evitare di rovinare l’intero lavoro, vengono messe dodici sfoglie una sopra l’altra, così, anche se il seghetto ha delle vibrazioni incontrollabili, non rovina nulla.
Procediamo poi parlando della macchina circolare, una macchina che serve per tagliare i pezzi di legno per poi assemblarli, inoltre c’è la levigatrice, una macchina che serve a levigare il prodotto semi lavorato, abbiamo poi il pantografo che serve per le cornici e vari tipi di lavorazione, la parte finale è la lucidatura, che viene eseguita da una ditta esterna perché deve essere fatta in ambienti pressurizzati per evitare l’inquinamento ambientale, infine il prodotto viene assemblato con il velluto, oppure con delle cerniere o con serrature, dipende dalla richiesta del cliente o dal tipo di prodotto
C’è un prodotto che implica tanto lavoro ma del quale sei molto fiero?
C’è un prodotto di cui sono molto fiero, anche se mi ha tenuto impegnato tantissimo tempo. È il cofanetto da nove pezzi, ed è quello di cui vado più fiero, è davvero molto delicato, le immagini vengono trattate con un pantografo e sono molto complesse.
Possiamo riassumere che le parti fondamentali sono in realtà tre, perché c’è la parte principale che porta un segreter, poi abbiamo la parte per i gioielli o gli oggetti di piccola o media grandezza e poi c’è il pezzo forte, quello che più mi emoziona, la parte del cofanetto che porta un dischetto intercambiabile all’interno, che ci permettere di scegliere diverse melodie.
Questo cofanetto è davvero molto complesso, ma meraviglioso, a mio parere. Infatti, per fare dodici articoli di questo cofanetto composto da nove pezzi, ci abbiamo impiegato due mesi e mezzo. È molto lavoro ma è quello che mi ha dato più soddisfazione, quello che mi ha dato più gioia quando l’ho realizzato.
Oltre 700 artigiani hanno già scelto ItalianBees per raccontare la loro storia.
Unisciti a noi e condividi il tuo talento!
Ci sono dei progetti per il futuro?
Certo, ci sono dei progetti per il futuro, spero che mio figlio possa continuare e coltivare la mia passione, così come mio padre l’ha tramandata a me. Per quanto riguarda invece prodotti che produciamo, questi vanno di pari passo con il mercato, con la richiesta dei clienti.
Cerchiamo di innovarci facendo dei nuovi disegni, ad esempio i cofanetti con disegni geometrici, abbiamo fatto anche bracciali, orecchini, abbiamo creato, inoltre, delle coloratissime penne, diciamo che noi tentiamo di adattarci sia alle tendenze del mercato, sia alla volontà e al gusto del cliente, e per fortuna stiamo avendo un discreto riscontro poiché sono prodotti che si accordano perfettamente ai giorni nostri, senza dimenticare l’importanza dell’artigianato e del Made in Italy, tanto richiesto dai molti turisti che vengono a farci visita.
L’incontro con Salvatore ci ha lasciato davvero un bagaglio culturale pieno di tradizione ed emozione per questa tecnica decorativa, così antica e così in voga ancora oggi. Abbiamo potuto apprendere che in questi gesti antichi ed emozionanti risiede l’importanza del Made in Italy, il rilievo di creare un prodotto non solo completamente italiano, ma anche un prodotto intrinseco di valore e amore.
Mettere in risalto l’intarsio non significa solamente proteggere una tecnica così antica, un mestiere così complesso e prezioso, ma significa preservare l’anima e il cuore dell’artigianato italiano; un patrimonio che continua a emozionare ogni parte del mondo.