Piccoli, per puntare al grande. Anzi, al grandissimo. È questo l’obiettivo da sempre e per il futuro di Birra dei Vespri, birrificio artigianale siciliano ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, che si è fatto notare on le sue produzioni e le sue linee di birra, che hanno ottenuto numerosi premi nazionali. Uno spazio per intenditori, che ha fatto del rapporto col cliente una filosofia e che ora appaga tutti i sacrifici fatti dopo avere ottenuto il presidio slow food per la sua birra biologica.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Gaetano Bucaro, quando nasce questo birrificio di cui è responsabile?
«Nel 2018, come beerfirm, perché non disponevamo di un nostro impianto di produzione. Nel 2019 abbiamo comprato il materiale necessario per farlo. Abbiamo cominciato con un impianto che poteva produrre 300 litri e poi abbiamo comprato i fermentatori e siamo arrivati da duemila litri. Abbiamo partecipato a diverse competizioni e abbiamo ottenuto diversi premi, evidenziando la sicilianità del nostro prodotto. La nostra distribuzione era su Palermo e poi ci siamo allargati al resto della Sicilia».
Quale è il riferimento del vostro settore?
«La nicchia delle birre artigianali, che non c’entrano nulla con quelle industriali, in quanto prodotto totalmente fresco e fatto con materie prima di altissima qualità in quanto malti e luppoli. Abbiamo fatto la lotta per fare capire cosa è la birra artigianale e i clienti lo hanno capito».
Avete delle linee di birra di punta?
«Anzitutto la “Triskele”, che è quella più richiesta dal mercato, essendo una birra beverina di 5 gradi, col giusto tono di amaro. Poi c’è la “1282”, che è la nostra birra biologica, totalmente italiana. Poi c’è la “Lavica”, la birra che ci ha permesso di vincere diversi premi nazionali e internazionali».
Quali sono i passaggi per la produzione della birra?
«Si comincia con la macinatura dei malti. Prendiamo l’acqua e la portiamo alla giusta temperatura di 52 gradi e qui inseriamo i malti. Aumentiamo la temperatura anche fino a 65 gradi, per trasformare la parte amidacea in zuccheri. Alziamo il calore dell’acqua ulteriormente a 80 gradi per separare l’orzo dalla parte liquida. Quest’ultima viene recuperata e finisce in una pentola, dove sarà riscaldata fino a 100 gradi. Qui inizia la fase della luppolatura. Poi inizia la fase di abbattimento della temperatura fino a 22 gradi. Viene inoculato il lievito e subito dopo inizia la fermentazione per una settimana. Si riabbatte il liquido fino a due gradi e poi si passa all’imbottigliamento».
Che prospettive future ha per il birrificio?
«Acquistare un nuovo impianto. Ci sposteremo in una sede che ci permetterà di triplicare i volumi di produzione e aggredire il mercato nazionale, estero e online».
In attesa della nuova location, che sarà pronta entro due anni e che sarà anche un luogo di accoglienza per il turista, Birra dei Vespri festeggia per il premio Slow food ottenuta per la birra biologica “1282”. Un nome scelto non a caso, visto che è l’anno della rivolta dei Vespri siciliani.
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