Pacon, la ceramica artistica è una questione di famiglia

Articolo di Vassily Sortino

Questa è la storia di Francesco Consiglio e Tania Pacco. 

I nonni di entrambi erano ceramisti, così come i loro genitori. Un giorno si sono incontrati, si sono innamorati e si sono sposati, portando avanti la terza generazione – anche la quarta, visto che hanno un figlio che gestisce un suo negozio di showroom di ceramiche- di artigiani con Pacon Ceramiche artistiche, bottega in via Cuba 27 a Palermo, punto di riferimento per tutti gli amanti della ceramica e chi vuole arredare la propria casa con oggetti unici e di design, figli ella creta e del forno a mille gradi. 

Francesco e Tania quotidianamente accolgono i clienti con il loro sorriso infinito, fanno fare loro – a maggiore ragione se sono turisti – il giro non solo della bottega, ma del retrobottega, dove spiegano le varie fasi della ceramica made in Sicilia. E lo fanno con quella felicità negli occhi di chi nella ceramica ci è nato, ci campa e ci vive da decenni, portando avanti un arte che è tutt’altro che morta e dove l’impegno quotidiano porta a grandi risultati. 

Tania Pacco, quando è nata questa bottega che avete fondato con suo marito?

«La nostra attività nasce nel 2002 in questo laboratorio e negozio. È una tradizione di famiglia che parte da mio nonno e arriva a mio padre. Entrambi erano di Santo Stefano di Camastra, che con Caltagirone sono le città simbolo della ceramica in Sicilia, che si fanno concorrenza tra loro. 

Io e mio marito abbiamo fatto esperienza nella bottega di mio padre, che eseguiva un modello tradizionale e di vecchio stampo. Oggi entrambi abbiamo preso i suoi insegnamenti e abbiamo rivisitato il modo di fare ceramica in chiave anche contemporanea.

Così, prima la ceramica si rifaceva alla tradizione, la nostra la rielabora, facendola diventare moderna per adattarla agli appartamenti e abbracciare così i gusti di tutte le persone di ogni età».

Quante linee di tecnica di ceramica seguite in questa bottega?

Collezione mare Pacon

«Produciamo ceramica che riproduce la storia. Partiamo dalle riproduzioni dello stile settecentesco, dove protagoniste possono essere Palermo o Caltagirone, quindi i centri tipici siciliani. Fa parte di questo tipo di ceramica  “Federico II”, che è una ceramica di ispirazione siculo-spagnola e musulmana, con i colori della terra e dove sono rappresentati animali e figura geometriche, con colori come manganese, ocra e verde rame. Facciamo anche oggetti che si rifanno allo stile di Santo Stefano di Camastra, come le fioriere. Piacciono anche le acquasantiere, le bomboniere, i rivestimenti di cucine e gli oggetti personalizzati. Abbiamo più di 500 oggetti, dalla classiche teste di moro ai piatti. Quel che conta sapere è che ogni oggetto, proprio perché è artigianale, è diverso da un altro»

E tra 500 oggetti, quale è il vostro top di gamma?

«Il polipo di ceramica. Apprezzato dalla clientela. Oggetti unici e di vari formati. Ognuno è diverso per forma ed effetti di colore. Sono particolari sia per il modellato e per l’effetto che crea. Si utilizzano o come completi di arredo o come bomboniera. La nostra linea mare ci rende orgogliosi».


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Come, partendo da zero, si arriva a costruire un oggetto in ceramica?

«Descrivendolo in modo sintetico. Tutto parte dall’argilla e dai suoi vari tipi: rossa, bianca o di Montelupo. L’oggetto si realizza al tornio. 

Il tornio, che oggi è elettrico e un tempo era meccanico. Dopo la creazione dell’oggetto tocca all’asciugatura. Poi c’è la cottura alla temperatura di 950 gradi. Quando è pronto diventa terracotta e viene smaltato, immerso in delle vasche. Esistono smalti di vari tipi. Poi tocca alla pittura e a un nuovo passaggio del forno a 950 gradi. Nel momento in cui l’oggetto è pronto è diventato ceramica».

Che obiettivi avete per il futuro?

«La nostra migliore soddisfazione è quando un cliente viene da noi, sta bene e ritorna. Per quel che riguarda il futuro, vorremmo aprire altri punti vendita e aprire corsi di ceramica per bambini, anziani e disabili. La ceramica è un mestiere capace di regalare emozioni alla gente e vorrei coronare questo sogno e condividerlo con altre persone. Inoltre con mio figlio, la quarta generazione, abbiamo già aperto uno showroom in centro a Palermo che ci sta dando grandi soddisfazioni».

Bussano alla porta della bottega. Sono due turisti francesi. Francesco e Tania li accolgono come se fossero i loro migliori amici. Francesco si mette al tornio e fa vedere come si crea un vaso. I turisti sono estasiati.

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Pacon, la ceramica artistica è una questione di famiglia
Vassily Sortino July 21, 2025
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