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Immerso tra i colori e i profumi del Parco Nazionale del Pollino, troviamo il Parco della Lavanda, un’incantevole distesa che riempie gli occhi di straordinaria bellezza.
Insieme a Selene, la titolare, vi raccontiamo la storia di tanta profumata bellezza.
Buongiorno Selene, ci racconteresti la nascita del Parco della Lavanda?
Immerso tra i colori e i profumi del Parco Nazionale del Pollino, troviamo il Parco della Lavanda, un’incantevole distesa che riempie gli occhi di straordinaria bellezza.
Insieme a Selene, la titolare, vi raccontiamo la storia di tanta profumata bellezza.
Buongiorno Selene, ci racconteresti la nascita del Parco della Lavanda?
L'attività nasce nel 1998, per caso, da una passeggiata dove abbiamo trovato la prima pianta spontanea di lavanda, da lì abbiamo inviato le piante al CNR a Bologna e abbiamo fecondato le prime 3000 piante identiche a quella madre. A questa pianta abbiamo dato un nome un po’ poetico che lo ricanta in onore del nostro Pino Loricato (conifera del territorio calabrese) perché l'abbiamo vista un po’ corazzata contro le intemperie, le temperature e il vento come lui.
L'idea del Parco della Lavanda nasce inizialmente come un hobby e come ricerca scientifica ma, dopo aver scoperto i risultati della analisi dell'olio essenziale di queste meravigliose piante, abbiamo capito che poteva avere un grande potenziale.
Per anni è stato tutto studio: abbiamo creato anche un giardino botanico didattico, studiato le varie famiglie, e adesso siamo gli unici in Europa ad avere un giardino botanico monotematico con 60 varietà di lavanda.
Negli ultimi due anni siamo diventati una grossa attrazione turistica mantenendo viva la cultura del territorio e la cultura della lavanda.
Qual è il tuo settore di appartenenza? Cosa producete qui nel Parco della Lavanda?
Noi siamo un'azienda agricola individuale o ditta individuale. Il nostro settore di appartenenza è quello principalmente delle piante officinali, perché oltre alla lavanda abbiamo anche un altro giardino a scopo didattico dove ci occupiamo principalmente di piante officinali.
Utilizzi un metodo di lavorazione particolare? Quali sono le fasi del tuo lavoro? Ci daresti in breve una spiegazione delle tecniche del tuo mestiere?
Le trasformazioni essenziali sono due: l'essiccazione e la distillazione a corrente di vapore.
Per quanto riguarda l'essiccazione utilizziamo ancora il metodo naturale quindi facciamo il taglio, dopodiché i mazzetti vengono appesi a testa in giù al buio, e per il controllo della temperatura usiamo semplicemente un deumidificatore; la distillazione invece è a corrente di vapore, perché abbiamo capito negli anni che risulta il metodo migliore per ottenere un olio essenziale con il massimo dei componenti chimici, per riuscire in questo sono due le cose importanti: la lentezza della distillazione (che dura circa 7/8 ore) e il tempo balsamico (periodo dove il fiore contiene il massimo dei principi attivi).
Il prodotto principale dell'azienda è l'olio essenziale e ne produciamo due, uno più curativo dalla nostra pianta autoctona e uno invece più profumato, generico, dai cosiddetti "lavandini".
Produciamo inoltre quattro prodotti: lo shampoo, la crema, lo sgranato per gli armadi, e la nostra tisana.
Cosa ami di più del tuo lavoro?
Assolutamente il contatto con la terra. Quello che per gli altri potrebbe sembrare faticoso, per me invece è un modo per rilassarmi: passerei ore a fare i tagli, la pulizia della pianta, distillare, in assoluto è la cosa che mi piace di più, anche d'inverno quando la fioritura non c’è, trovo sempre piacevole stare tra i filari immersa in questo territorio stupendo.
Quali sono i progetti per il futuro del Parco della Lavanda?
Per il futuro speriamo di ingrandirci: adesso abbiamo piantato altre 10.000 piante.
Nei miei sogni mi piacerebbe che tutto l'altopiano di Campotenese diventasse una distesa di lavanda. Se qualche altro ragazzo nelle vicinanze potesse avere questa mia stessa iniziativa sarebbe davvero un sogno che si potrebbe realizzare!
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