Tonnino Baglio Ceuso, il vino dove si è fatta la storia

Articolo di Vassily Sortino

L’orgoglio di appartenere a una piccola comunità, dove tutti vanno d’amore e d’accordo e dove si è fatta la storia. 

Accade questo in contrada Vivignato, dove si trova il Baglio Ceuso e si trovano le cantine dove si produce il vino Tonnino. Costruito nel 1860 nei pressi di Alcamo, Baglio Ceuso è una pietra miliare dell’architettura rurale siciliana. 

La sua struttura “introversa” è formata da un muro esterno di cinta, interrotto da un unico portale d’accesso, e da una serie di stanze rivolte sul cortile centrale. Il baglio era il cuore pulsante della vita agricola siciliana e il luogo dove si svolgevano tutte le attività di stoccaggio e trasformazione dei raccolti.

A dare la svolta all’area, che stava andando in decadenza, è stato negli anni Novanta del secolo scorso l’enologo italiano, Giacomo Tachis, che ha rivoluzionato il senso e la vita del baglio stesso, rendendola un’area ad alto sviluppo commerciale sul fronte del vino.

Tachis diede infatti vita a Ceuso, un grande vino rosso da invecchiamento. Il vino ebbe una diffusione internazionale, e con lui il nome del glorioso baglio ai piedi della città di Alcamo. Dopo alcuni anni di chiusura, la costruzione è stata restaurata e riaperta nel 2023, nel massimo rispetto dello spirito originale dell’architettura e dei principi di sostenibilità di Tonnino. Nel baglio, oltre al cortile interno e ai locali di lavoro, si ammirano la barricaia e le tradizionali vasche di vinificazione in cemento.

I proprietari oggi sono i Tonnino, famiglia di viticoltori. Che ha saputo tramandare saperi di generazione in generazione, con studi scientifici d’avanguardia.

Antonio Tonnino, lei è a capo di questa azienda, quale è la storia di questa cantina che porta il suo nome?

L'azienda nasce nel 1950 con mio nonno Paolo, che lavorava con i suoi fratelli nelle campagne alcamesi. Con gli anni ha spostato i suoi affari nella valle del Belice, dove ha acquistato dei terreni da coltivare. 

Noi ci troviamo in contrada Vivignato, dove si produce principalmente il Catarratto e quasi l'ottanta per 100 della superficie vitata è destinata alla coltivazione ed è destinata alla sua coltivazione. La cantina Baglio Ceuso nasce nel 1860 dalla famiglia D'Angelo, di origine ebraica. 

Noi lo acquistiamo dopo tanti anni, nel 2020, decidendo di portare avanti il progetto. Secondo noi, oltre a essere un luogo storico e ricco di memoria, è un posto anche magico nel cuore di produzione del vino Alcamo Doc. Per noi è doveroso portare avanti il progetto in una terra dove si sono sviluppati ottimi vini bianchi e rossi. 

Quante e quali linee di vino producete con il marchio Tonnino?

Vini Tonnino Baglio Ceuso

«Lo storico Ceuso, il Pinot grigio chiamato Costa di mezzo, un Pinot grigio ramato chiamato Pizzo di Gallo, un Grillo Bio chiamato Costa Del Pero, un Nero d’Avola bio chiamato Passo di Contessa, uno Zibibbo bio chiamato Triangono di Zabib, uno Chenion Blanc chiamato Mediterraneo, ma anche un Sirah con lo stesso nome, un Grillo e un Nero D’Avola chiamati Terre di Mariù e un Passito di Zibibbo chiamato Zibo. 

Sono tutti vini figli di vitigni autoctoni del posto, ma anche di vitigni che abbiamo installato. Perché tutto rientra nella filosofia nostra che dice che “Chiunque nasce o cresce in Sicilia è per noi siciliano».

Di questi vini, quale è il più amato dalla vostra clientela?

«È una domanda difficile. Questi vini sono tutti figli nostri e quindi noi cerchiamo di spingerli e portarli avanti tutti nella direzione più corretta e migliore. 

Tra le referenze più vendute al momento, soprattutto nel mercato interno, abbiamo il Pinot Grigio e lo Chenin Blanc. Ma non posso necessariamente dimenticare che è venduto anche il Grillo».

Come si svolge la vita tra il baglio e la vigna?

«La vita quotidiana in vigna è rappresentata da un ritmo interessante. Ci sono due cose che non vanno d'accordo; sono i tempi ciclici economici con quelli naturali. Che voglio dire? Qui il tempo è lento, ma scorre senza nessun problema tra l'aria frizzantina la mattina alle 05,30 e le urla dei braccianti. La giornata passa così. Non bisogna avere fretta e bisogna avere pazienza, aspettare, fare gli interventi in linea in modo corretto. E ce lo dice proprio la vegetazione cosa fare. 

Aspettiamo un intero anno per selezionare poi il tralcio che ci porterà il frutto per la prossima annata. Quindi bisogna avere pazienza e assecondare un po' anche i capricci della natura. Abbiamo i cambiamenti climatici che ci stanno mettendo a dura prova. Abbiamo un anno troppa pioggia, l’anno dopo troppa siccità. Ma la scommessa o la bellezza sta proprio in questo: saper assecondare con la sapienza contadina la scienza che secondo me sono due cose che vanno a braccio».

Quali sono gli obiettivi futuri della cantina e del baglio?


«Per noi il futuro è già parlare di presente. Oggi noi qui abbiamo portato l’enoturismo, che è ciò da cui il consumatore di oggi parte, perché vuole toccare con mano il luogo da dove parte il vino. Il futuro poi per noi è il biologico. Non si può parlare di natura senza biologico e sostenibilità, cercando di portare avanti la sostenibilità. Lo facciamo anche comprando le bottiglie di vetro che rispettano la sostenibilità».

Alla fine dell’intervista al Baglio Ceuso vengono accolti un gruppo di americani, arrivati fin qui apposta dagli Stati Uniti per conoscere questa piccola realtà e assaggiarne il vino, Miracoli della Sicilia nel mondo.


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Cerieri Bottoni August 5, 2025
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