Arredi rari, nuova vita ai mobili con l’arte del recupero!

Elisabetta Faraglia

Immersa nel dare nuova vita a mobili e oggetti logorati dal tempo, Arianna Soldani la troviamo all’opera in via G. Oberdan, a Terni. Nel suo laboratorio - “Arredi rari” - di recente apertura, Arianna incontra gli altri, le loro storie e quei particolari che spesso racchiudono il significato più profondo della casa e di chi la abita. E da lì nasce il suggerimento per riaccendere un mobile o rendere più accogliente un intero ambiente.

Dietro l’ascolto, le scelte, la straordinaria manualità di Arianna, c’è una lunga formazione ma soprattutto c’è chi a un certo punto della vita ha scelto la sua strada e lo ha fatto con il cuore. Lo ha fatto ridisegnando nuovi spazi che un tempo non avrebbe mai immaginato di conoscere e di abitare. 

Sempre grata all’attività di famiglia alla quale rimane legata in un tempo decisamente minore, Arianna ha aperto il suo laboratorio nel 2024 e lì si sente a casa sua: lì ha ritrovato la sua antica passione per il recupero. 

Ed è proprio la passione, unita a una salda volontà, che non l’ha fatta retrocedere all’idea di aprire una partita IVA – che di questi tempi è da molti temuta! – né all’idea del giudizio altrui che troppo spesso immobilizza l’energia di chi vuol cambiare.

Non le è mancato il sostegno del marito Loris e dei figli Maddalena e Alberto: “Vai, lanciati!” le dissero. E soprattutto non le è mancato il coraggio di aprire quella porta a cui bussava la sua più intima voce.  

Ora tra colori, pennelli e scintille creative incontriamo Arianna che ci accoglie nel suo spazio rigenerativo.


Bentrovata Arianna! Nonostante la pioggia e il cielo grigio, nel tuo laboratorio si respira la freschezza e l’allegria della primavera che risveglia energie vitali. Quando e perché nasce “Arredi rari”?

“Arredi rari” è un laboratorio artigianale di restyling del mobile e recupero creativo che ho aperto nel 2024 nonostante la mia passione per il recupero risalga alla mia infanzia. Arrivata a quasi 50 anni, infatti, ho deciso che volevo cambiare completamente il mio lavoro: così dall’attività di famiglia sono passata a questo mestiere anche grazie a un incontro fortuito avvenuto nel 2021. 

In quell’anno ho conosciuto l’architetto Francesca Blasi che mi ha indirizzato e aiutato in tutto il processo di formazione. Nel 2023 ho completato il corso di Interior relooking, tenuto dalla stessa Blasi, ed ho conseguito il diploma per poi arrivare alla decisione di aprire un laboratorio tutto mio che mi dà grande soddisfazione. 

Con questo lavoro, che richiede un costante aggiornamento, incontro tante persone che mi confidano i loro timori nel cambiare la propria vita: spesso a causa dei rischi legati all’apertura di una partita IVA ma ancor più spesso per la paura del giudizio altrui. E così continuano a fare un lavoro nel quale si sentono imbrigliate: senza soddisfazione.



Le capisco profondamente ma riconosco che un cambio di vita, se nasce da una profonda esigenza interiore, può restituire un altro sguardo e una gioia per la quale vale la pena affrontare gli ostacoli. 

Anche perché se tutti smettiamo di fare tutto si ferma il mondo! Certo ci sono passi che hanno bisogno di tempo, che vanno bilanciati e programmati ma innanzitutto è necessario capire chi siamo. E lo capisci quando la passione ti guida in quella direzione, quando non conti le ore che ti separano dalla cena, quando il sabato e la domenica anche la casa diventa un laboratorio!

E poi ho anche la fortuna di avere una famiglia comprensiva che mi ha subito detto: “Vai lanciati!”. Mio marito Loris, mia figlia Maddalena e anche il piccolino Alberto sono stati e rimangono una prezioso supporto. Così come lo sono i clienti la maggior parte dei quali li ho acquisiti perché, incuriositi, sono entrati per conoscere questa nuova realtà artigianale.

Poi, con il tempo, è nata un’amicizia fatta di conoscenza, confronto, scambio: perché il mio lavoro è anche relazione, comprensione, creazione che rispecchi e rispetti l’essenza dell’altro. Questo vale per i mobili ma anche per gli ambienti che desiderano trasformare.

Cosa realizzi?


L’attività è prevalentemente legata al restyling del mobile per il quale mi impegno a diffondere la cultura del recupero che guarda al valore di ciò che si ha in casa. Cerco di far capire alle persone che per cambiare non serve buttare e comprare il nuovo ma, con una spesa minima, è possibile recuperare tanti oggetti legati ai propri affetti. 

In tal modo si offre al mobile la possibilità di una nuova vita attraverso la pittura o anche solo con la regolazione: dipende dal tipo di mobile e dalla richiesta del cliente. In alcuni casi non serve la pittura e basta una rinfrescata attraverso l’uso delle cere - sia colorate sia neutre – per riportare il mobile alla sua brillantezza. 

Oltre al restyling del mobile in molti mi chiedono la decorazione delle pareti che può essere eseguita sia direttamente sulla parte sia attraverso dei pannelli che decoro con diverse tecniche come quelle della pietra spaccata, del delabrè materico, oppure con la pittura a stencil fino alle paste materiche.

Un altro lavoro molto richiesto è il recupero creativo che abbraccia ogni tipo di oggetto e complemento d’arredo: dal mobiletto al vaso fino alle scatole di legno. Perché ogni tipo di superficie può essere pitturata e decorata. 

Poi c’è tutto il lavoro legato alla piccola tappezzeria che riguarda soprattutto le sedute di sedie e poltrone per le quali utilizzo la carta da parati da muro: sembra strano utilizzare questo materiale al posto della stoffa ma escono fuori dei lavori meravigliosi e resistenti. 

Con la carta da parati si possono creare molteplici cose: ad esempio piccoli gioielli come le medagliette o gli orecchini.

Infine ho anche intrapreso la strada dell’home staging attraverso un corso di alta formazione tenuto da Francesca Martinelli, home stager e designer premiata a livello internazionale. Una nuova scommessa che, dopo la certificazione, mi ha permesso di offrire consulenze e il servizio di allestimento di immobili finalizzato alla vendita o all’affitto. 

Un lavoro estremamente interessante che valorizza l’immobile e per il quale mi avvalgo della collaborazione di un fotografo professionista per foto, video, virtual tour e tanto altro. Intanto sto seguendo un corso di fotografia di interni!

Quali sono le principali tecniche da te utilizzate nel lavoro del restyling del mobile o dei complementi d’arredo?



Qui si apre un mondo perché le tecniche sono davvero tante. Tra le più richieste ricordo: la patina antica che è una tecnica di invecchiamento del mobile per la quale si utilizzano colle, pigmenti naturali, gesso e tempera all’uovo; la tecnica della pasta materica che è un prodotto traspirante a base di grassello di calce e fibre naturali e che permette di realizzare diversi effetti. 

Alla maggior parte delle persone piace la matericità: anche per le pareti. Per quest’ultime è spesso richiesto il delabrè materico che permette di creare effetti veramente particolari.

Parliamo dei diversi materiali che utilizzi per i tuoi lavori.

Per quanto riguarda i mobili utilizzo soprattutto pitture gessose o smalti ad acqua. Ci tengo particolarmente a sottolineare che ambedue sono inodore e non tossici: non solo per gli addetti ai lavori ma anche per coloro che vivono nell’ambiente nel quale andranno a finire i mobili sottoposti al lavoro di restyling. Addirittura sulle pitture gessose può essere tranquillamente appoggiato del cibo senza il rischio di una contaminazione.

Poi ci sono anche altri materiali che utilizzo spesso: il gesso ceramico per la creazione di piccoli oggettini fatti amano e, come già anticipato, le paste materiche e le cere.

Cosa vedi all’orizzonte?

Il progetto futuro è quello di creare una piccola squadra di artigiani. Mi piacerebbe fare il restyling di case complete avendo sempre a disposizione il tappezziere, il falegname, l’elettricista e tutti quegli artigiani che possano contribuire a questo sogno che ha l’obiettivo di essere un vantaggio per il cliente: perché attraverso il recupero si può risparmiare!

Un altro progetto che ho avviato di recente è quello di fare dei corsi di formazione: di base e avanzati. Il primo è rivolto a chi è alle prime armi: in questo caso insegno le tecniche più semplici come quella dello shabby che si può chiamare anche decapatura. Per l’avanzato i discenti imparano tecniche più complesse come quella delle patine antiche.

E per concludere una tua riflessione sul Made in Italy, in particolare sul tipo di artigianato che realizzi.

Secondo me il Made in Italy è il migliore al mondo perché le mani sapienti degli artigiani italiani sono davvero imbattibili. Purtroppo è evidente che l’artigianato ha subito una grande inflessione soprattutto negli ultimi anni perché è visto come poco redditizio. Riguardo al mio lavoro c’è molta improvvisazione: spesso le persone si cimentano da sole senza una preparazione e, se non riescono, devono ricorrere a figure esperte per riaggiustare il danno. 

Penso che l’artigianato italiano debba riprendere vita e che gli stessi artigiani dovrebbero far capire il valore che hanno nelle loro mani: oggi ce ne sono troppo pochi rispetto al grande potenziale che potrebbe significativamente accrescere il Made in Italy.

Il lavoro artigianale di Arianna Soldani e la sua insaziabile passione sono esempio concreto di come si possa ritrovare un contatto più autentico con se stessi per tirare fuori la vita che siamo. E tutto questo diventa creazione unica e irripetibile. Diventa possibilità di riappropriarsi di valori più radicati, per i quali ogni sacrificio contiene la sua felicità. Diventa rivoluzione pacifica contro quella società liquida descritta da un grande intellettuale del secondo Novecento: il sociologo Zygmunt Bauman.

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Arredi rari, nuova vita ai mobili con l’arte del recupero!
Elisabetta Faraglia 1 aprile 2025
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