Art Idea si inserisce nella tradizione artigianale abruzzese, valorizzata dal meticoloso lavoro degli artigiani che continuano a creare modelli del passato. Essere parte di una tradizione non significa solo replicare ciò che è stato fatto, ma darle nuova vita con il proprio contributo creativo.
Dantina Grosso, diplomata in arte orafa, ha aperto un laboratorio orafo per innovare questa tradizione chiamato “Art Idea” a Civitella Alfedena (AQ). Ha sviluppato una straordinaria collezione di gioielli in argento usando la tecnica antica e parzialmente dimenticata dello sbalzo e cesello. Le ispirazioni per le sue creazioni derivano dalle antiche culture del centro-sud Italia, come quella Etrusca e in particolare quella Sannita.
Il logo di Art Idea è di origine sannita, così come molti elementi distintivi delle sue collezioni. I reperti archeologici che ispirano i suoi gioielli fanno parte di collezioni importanti, come quelle dei musei archeologici di Chieti e Campobasso, del Museo Etrusco di Volterra e di Villa Giulia. Non a caso, i gioielli di Art Idea sono venduti nei bookshop di Villa Giulia e dei Musei Capitolini.
A parlarci dei gioielli Art Idea è Dantina Grosso.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Dantina, ci racconti la nascita del brand “Art Idea”.
Ho iniziato la mia attività di orafa perché vivevo a Pescocostanzo da ragazza, un paese con una grande storia in Abruzzo e una tradizione orafa importante. Lì ho conosciuto un artigiano, Paolo Mazzeschi, che per me è stato illuminante, motivandomi a intraprendere questo percorso.
Ho frequentato due anni di scuola ad Arezzo e poi ho avviato il mio primo laboratorio a Pescocostanzo, inserendomi nella tradizione locale, in particolare quella della filigrana, con una serie di gioielli che fanno parte della dote della sposa. Ho contribuito al recupero di antichi modelli di questi gioielli tradizionali, come la "cannatora", una collana composta da tanti chicchi che facevano parte della dote, e altri gioielli in filigrana.
Grazie anche al mio piccolo contributo, a Pescocostanzo sono nate altre botteghe orafe, arricchendo ulteriormente la tradizione.
Ci parli dei suoi gioielli artigianali e della tradizione
A un certo punto, per una serie di casualità, ho incontrato la storia del nostro territorio. Qui erano stati fatti degli scavi archeologici, e nella nostra zona c'erano i Sanniti. Ho visto alcuni reperti molto interessanti, in particolare un disegno di un quadrupede fantastico a due teste, che decorava lo scudo corazza detto "Kardiophilax", a protezione del cuore dei guerrieri più importanti.
Da questo disegno è partita la linea sannita, che è diventato il logo della mia attività. Da lì sono nati poi tanti altri gioielli ispirati ai reperti sanniti, come la "Chatelaine", una collana a doppie spirali trovata in molte tombe, molto fine ed elegante a mio parere. La spirale,
comune a molte culture antiche, rappresenta un po' il filo della vita, le difficoltà della vita, o la ciclicità del tempo.
Qual è il suo prodotto di punta?
Partendo dal "Kardiophilax", lo scudo corazza che proteggeva il cuore del guerriero e che portava il disegno del quadrupede fantastico, ho sviluppato tutta la linea sannita nella quale mi sono specializzata.
Ho riprodotto una serie di disegni di "Kardiophilax" e le "Chatelaine", e anche l'alfabeto osco-sannita, con cui è possibile comporre il proprio nome. Ho riprodotto anche le prime monete coniate dalla Lega Italica che si contrappose a Roma, in cui compare per la prima volta la scritta "Italia". Inoltre, ho realizzato una serie di altri oggetti ispirati ai reperti archeologici del nostro territorio. Accanto a questa linea, ho sviluppato anche una linea ispirata agli Etruschi e una ai gioielli archeologici di altre culture del mondo.
Quale tecnica utilizza e quali sono le fasi di lavoro?
La tecnica principale che utilizzo per realizzare i gioielli è quella dello sbalzo e cesello. Si inizia la lavorazione da una piastrina di metallo sulla quale viene inciso il disegno, poi modellato come una piccola scultura su una base morbida di pece e grasso.
Con i ceselli, ferretti di metallo con punte sagomate, si lavora la lastrina e abbozzare un disegno, poi girarla e abbassare i contorni per distaccare il disegno. È un processo molto lungo, per arrivare poi alla parte finale che viene detta quella del cesello, nella quale la lastrina, già modellata a bassorilievo, viene fissata su una pece più dura per rifinire i dettagli con martelletto e ceselli, creando una piccola scultura.
Quali sono i progetti per il futuro?
Da tre anni ho aperto questo nuovo negozio a Civitella Alfedena, un piccolo borgo del Parco Nazionale d'Abruzzo, una piccola scommessa. Mi sto specializzando ulteriormente nella linea dei reperti archeologici sanniti. Oltre ai gioielli, ho iniziato a realizzare alcuni gadget di qualità, magliette, portachiavi realizzati da artigiani.
Oltre ad ampliare la linea sannita, ho pensato di ospitare nel negozio artigiani della zona. Attualmente, si possono trovare oggetti realizzati da Annalisa Petrella, un’artigiana di Pescasseroli che lavora la ceramica “Raku Art”. Insieme a lei, ospito un artigiano dell'Aquila che lavora il titanio, oggetti molto originali. A breve ospiterò anche oggetti realizzati da un fabbro di Pescocostanzo con disegni sanniti. In futuro, spero di poter ospitare altri artigiani.
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