Nel panorama vitivinicolo italiano, Azienda Agricola Adanti è un’eccellenza che, con un’agricoltura sostenibile, produce alcune tra le etichette più note al mondo, vitigni umbri tipici come il Rosso e il Sagrantino di Montefalco.
L’ampia gamma di suoli, dai terreni argillosi a quelli calcarei e sabbiosi, consente di coltivare, nel territorio umbro, più varietà di vitigni, ognuno con le proprie peculiarità. La conformazione del territorio, tra colline e altopiani, favorisce una diversa esposizione al sole e un microclima ideale per le viti. Il clima temperato, inoltre, è ideale per la maturazione delle uve e favorisce la produzione di vini aromatici e complessi.
Molte etichette si sono guadagnate un posto d'onore, elevando l'Umbria a una delle principali mete enologiche del Paese. In questo contesto, Cantine Adanti, rappresenta un modello esemplare di come la cura della materia prima e la ricerca della qualità possano generare prodotti autentici dai sapori inconfondibili.
Fondata nel 1972 da Domenico Adanti, l'azienda ha saputo crescere e adattarsi ai tempi, abbracciando pratiche agricole sostenibili e una filosofia di vinificazione che sa aspettare il giusto tempo. Stella e Daniela, nipote e figlia di Domenico, mi hanno guidata dentro la storia dell’azienda, dall'entusiasmo pionieristico del fondatore fino all'impegno verso l’autosufficienza energetica, dimostrando come Adanti sia molto più di una semplice cantina: è un luogo dove le radici familiari si intrecciano alla passione per il vino, offrendo un assaggio della cultura umbra con un gusto che rimane impresso.
Ciao Stella! Raccontami di questo posto: come nasce?
L'azienda è nata da un sogno, dalla passione, dall'idea, all'inizio innovativa, di mio nonno Domenico che volle creare un'azienda agricola che producesse vini di qualità cioè vini in bottiglia, cosa ad oggi scontata, ma che per l'epoca e per l'Umbria non lo era.
Acquistò il terreno dove siamo adesso e iniziò i primi tentativi di vinificazione. La cosa divertente è l'interazione che mio nonno ebbe con uno dei suoi più che cari amici, Alvaro, che all'epoca si trovava a Parigi.
Alvaro era un conoscitore e amante del vino e mio nonno lo raggiunse per fargli assaggiare le prime bottiglie prodotte. Alvaro, con molta sincerità, decretò: “Domenico, io ho buttato il vino nel lavandino perché fa schifo! Lascia perdere a fare il vino!”.
Mio nonno non si arrese e riprovò più volte senza esiti edificanti finché non disse ad Alvaro “Benissimo! Torna tu e fai il vino!” E Alvaro accettò!
È da questa amicizia e da questa passione comune che è nata quest’azienda che oggi è una piccola media impresa e, a tutti gli effetti, è una filiera, in quanto produciamo vini partendo dalle nostre uve e siamo in questo senso autosufficienti.
L’azienda è cambiata nel tempo?
Il mondo è cambiato e noi siamo cambiati con lui: da qualche anno, abbiamo aderito all'agricoltura biologica in un'ottica di necessario rispetto dell'ambiente e di sostenibilità. Oltre a questo, siamo autosufficienti per il fabbisogno energetico: vantiamo la presenza di numerosi pannelli solari e questo è fondamentale per l'epoca nella quale viviamo.
Un aspetto non di cambiamento, invece, ma di prosecuzione è quello che riguarda i lavoratori dell'azienda che sono qui da anni e sono diventati in qualche modo esperti del loro settore: teniamo molto alla tutela di queste persone che concretamente sono quelle che fanno il vino.
Che vini produce Cantine Adanti?
Produciamo nove etichette di vini per un totale di centotrentamila bottiglie. Tra le più importanti nel territorio c’è il Grechetto di Montefalco e l’Arquata (bianchi), il Montefalco rosso e tre etichette di Sagrantino. Quest’ultimo è un vino che, fin dagli albori, veniva vinificato nella sua forma di passito, noi vantiamo di essere tra le prime aziende ad averlo vinificato come secco e quindi con un diverso metodo di vinificazione.
Per questo vino, ma in generale questa è la filosofia dell’azienda, prediligiamo una vinificazione che va controcorrente rispetto ai tempi che corrono, ovvero, che non sia veloce: dalla raccolta al processo finale abbiamo sempre puntato su metodi che garantiscano la longevità, quindi un affinamento molto più lento rispetto al disciplinare.
Qual è il vino preferito dai vostri clienti e secondo te perché?
Il Montefalco rosso è un vino che prende il nome dalle nostre zone, ha una base di Sangiovese unita al 15% di Sagrantino, che dà quella nota di tannino che si percepisce all’assaggio e poi, nel nostro caso, c’è una restante parte di Merlot e Cabernet Sauvignon. Questo è un vino più “semplice” rispetto al Sagrantino, per abbinamenti e anche per “bevibilità” ed è sicuramente il nostro prodotto più apprezzato anche per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.
L’altro vino che riscuote molto successo, anche se ha indubbiamente un'altra bevibilità e un altro costo, è appunto il Sagrantino, è tra i prodotti più venduti e apprezzati di Cantine Adanti.
Come funziona il processo di vinificazione?
Per raccontarmelo arriva la mamma, Daniela Adanti, figlia di Domenico, che lavora in azienda da circa quarant’anni e che ricorda da sempre la cura con cui viene portato avanti il lavoro che genera, passo dopo passo, il vino che poi entra nelle nostre case. E questa cura – dice Daniela - già parte nei vigneti, perché le uve vengono raccolte manualmente e questa è una garanzia di qualità!
Il mosto viene trasportato all'interno delle botti d'acciaio dove resta, a seconda dei tipi di uva, per il periodo della fermentazione e poi a seconda della tipologia di vino da produrre viene messo nelle botti di legno. Tieni presente che i vini rossi più importanti della nostra produzione restano nelle botti anche tre o quattro anni.
Poi si prosegue con l'affinamento in bottiglia, un processo importante per la nostra filosofia aziendale: vogliamo che il vino esca pronto, non vecchio, ma pronto da gustare al meglio. Per il Sagrantino passito, invece, manteniamo la tradizione di cogliere i grappoli, metterli in cassette piatte che vengono accatastate una sull’altra, rimanendo all'aria, coperte sopra, per due o tre mesi, e poi vengono vinificati come se fosse uva fresca.
Progetti per il futuro di Cantine Adanti?
Per quanto riguarda i nostri sogni e i nostri progetti futuri c’è la speranza che le condizioni climatiche di questi tempi possano migliorare per consentirci di continuare a produrre come abbiamo fatto negli ultimi cinquant’anni. Il mio desiderio – dice Daniela - è che l’attività possa continuare nel tempo, questa sarebbe una cosa meravigliosa, nel ricordo, anche, delle persone che hanno dato veramente tanto per creare l’azienda, passo dopo passo, stanza dopo stanza, fino ad arrivare a ciò che esiste oggi.
La storia di Cantine Adanti rappresenta l’esempio di come la tradizione, la passione per la viticoltura e la capacità di guardare al futuro, siano la base per la creazione di vini di qualità che raccontino il territorio. Ogni bottiglia non è solo il risultato di una lunga tradizione, ma anche di un impegno costante per la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente.
Queste caratteristiche fanno di Adanti un’eccellenza nel panorama del Made in Italy e dell’artigianato, che gioca un ruolo cruciale nel mantenere vive le tradizioni locali, promuovendo al contempo innovazione e qualità. Il lavoro dell’Azienda Agricola Adanti non solo preserva l’autenticità dei prodotti, ma contribuisce al rafforzamento della cultura enologica italiana, rendendo l'Umbria una meta sempre più apprezzata dagli amanti del vino di tutto il mondo.