Osiride Brewing Co.: l'antico Egitto incontra l'Umbria in un boccale di birra

Articolo di Martina Franceschi

Nel cuore dell'Umbria, a Foligno, si trova un birrificio artigianale che sta facendo parlare  di sé: Osiride Brewing Co.  

Fondato nel 2017 come beer firm e trasformatosi in un vero e proprio birrificio nel 2021,  Osiride trae ispirazione dalla ricca storia della birra, risalente agli antichi egizi, e dalla  bellezza del paesaggio umbro. 

Il nome stesso del birrificio evoca la divinità egizia della birra, rendendo omaggio alle  origini millenarie di questa bevanda. Questo legame con la storia si riflette anche nelle  prime creazioni del birrificio - "Zythum" e "Sa'" - che richiamavano, proprio, le antiche  denominazioni egizie della birra. 

Osiride, però, non si ferma alla tradizione; con l'innovativo slogan "From brewery to  you", il birrificio si impegna a portare la birra artigianale direttamente ai consumatori,  garantendo qualità e freschezza in ogni sorso. Utilizzando ingredienti di alta qualità,  

dalle acque pure delle sorgenti umbre ai luppoli e malti selezionati, Osiride crea birre  che sono un'armoniosa fusione di tradizione e innovazione. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube: 


Puoi presentarti e raccontarci, per punti salienti, come nasce Osiride Brewing Co. e qual è stata la sua storia fino a questo momento? 

Sono Nico, fondatore del birrificio Osiride, o meglio, adesso Osiride Brewing Co.; il  birrificio nasce nel 2017, a Trevi, e parte come beer firm, quindi produzione di birra, con  le mie ricette, in altri birrifici sparsi per l'Umbria. Nel 2017, le prime birre prodotte erano  tutte dedicate all'antico Egitto ed erano un omaggio a Osiride - che poi è diventato  anche il nome ufficiale del nostro birrificio -, divinità egizia della birra. Durante il Covid,  poi, mi sono spostato a Foligno e qui ho fondato il vero e proprio birrificio.



Come sei arrivato al mondo della birra? Qual è il tuo percorso personale e qual è,  invece, quello professionale?  

Il mio percorso da birraio parte un po' per gioco, quindi con la produzione casalinga,  dopo un primo kit acquistato online. Ovviamente, la prima produzione casalinga fu un  vero e proprio disastro; nonostante ciò, però, non mi sono dato per vinto e forte di una  curiosità che andava via via crescendo, ho inizato a formarmi online e poi mi sono  iscritto a un corso da Mastro Birraio al celebre CERB (Centro di ricerca per l'eccellenza  della birra) di Perugia. Conclusa la mia formazione al CERB, ho iniziato a lavorare in  uno dei primi birrifici aperti in Umbria e solo in seguito ho deciso di dare vita a un 

progetto tutto mio, prima il beer firm e poi, per l'appunto, il birrificio. Perchè hai scelto di dedicarti proprio alla produzione di birra artigianale? 

Produrre birra artigianale mi dà una possibilità che oggi, nel mondo del lavoro, non è  così scontata: poter esprimere me stesso. Posso creare le birre che più mi piacciono,  posso interpretarle e andare alla scoperta di sapori e ricette nuove. In fondo, ho sempre avuto grande curiosità per le bevande; sono sempre stato un assaggiatore di qualsiasi  tipo di bevanda e ho sempre provato a combinare ingredienti diversi per creare prodotti  sempre nuovi. Il mio intento, quindi, è, fin dall'inizio, quello di produrre birre che abbiano un'impronta netta, in cui sia ben riconoscibile la mia personalità. 

Ci parli un po' della produzione della birra? Nello specifico, te che tecnica usi? 

La produzione della birra consta, in sostanza, di due fasi: ricerca delle materie prime e  individuazione della tecnica di produzione. Per quanto riguarda le materie prime, noi  scegliamo quelle che io, a fronte dell'esperienza maturata, ritengo più idonee, nello  specifico quelle che hanno una resa aromatica e gustativa migliore; per quel che  concerne la tecnica, invece, nel nostro caso usiamo il metodo isobarico o  contropressione, che ci permette di produrre una birra più fragrante, più fresca e,  qualcuno direbbe, più "esplosiva". Ciò che poi ci sta molto a cuore è lo stoccaggio della  birra; questo avviene, infatti, sempre a temperatura controllata, cioè a 4 gradi. La birra,  pertanto, viene prodotta, esce dal serbatoio, arriva nel contenitore - bottiglie o fusti che  siano - e poi riposa a 4 gradi finché non viene consumata. Il consumatore può, in  definitiva, godere di una birra che, durante l'intero processo produttivo, non subisce  alterazioni; una birra, quindi, integra nel profilo e nelle caratteristiche organolettiche. 

Qual è la prima birra che hai prodotto come Osiride Brewing Co. e qual è, ad oggi, la preferita dei tuoi clienti? 

La prima birra che ho prodotto qui in birrificio è stata la Pils, che tutt'ora è tra le più  bevute; è una birra che non stanca mai, qualcuno direbbe "la classica birra chiara"  anche se, poi, dietro c'è molto di più. La preferita dai miei clienti, invece, è l'American  IPA, che ha anche vinto il Premio Cerevisia di "Miglior Birra del Centro Italia"; in questo  caso si tratta di una birra molto amara, prodotta con luppoli americani, in cui spiccano  sentori di pompelmo, scorza di mandarino e cedro. In sostanza una birra corposa,  decisamente amara, secca.  



Per quanto riguarda il mondo della birra artigianale, qual è secondo te lo stato  delle cose e che futuro intravedi? 

In Italia, la birra artigianale, dopo 20 anni di storia, si trova, probabilmente, in una fase  di stallo. L'entusiamo per la birra artigianale è leggermente calato; in fondo, noi italiani,  essendo dei veri e propri creativi, direi "artisti", in 20 anni abbiamo fatto, per il mondo  della birra artigianale, quello che il resto del mondo ha fatto in secoli. Tutto il nuovo,  cioè, che altrove si è andando esaurendo in centinaia di anni, qui ha trovato 

compimento in soli venti. A fronte di tutto ciò, ritengo che al momento la tendenza sia  cambiata; non c'è più un hype sfrenato per la "novità a tutti i costi" e si sta, piuttosto,  facendo maggiore attenzione alla "bevuta", in quanto essa stessa vera e propria  esperienza. Ci stiamo, pertanto, avvicinando al mood di tutti quei paesi che hanno una  vera cultura della birra, come Inghilterra e Germania; qui, l'estremizzazione, quando si  parla di birra, si è accantonata da tempo. Si preferisce, ormai, una birra priva di orpelli,  da potersi accompagnare con facilità al pasto; una birra di alta qualità, ovviamente, che  però non "pretenda" necessarimente dal consumatore ore e ore spese alla ricerca di  aromi, profumi e fragranze.  

La storia di Osiride Brewing Co. è, sostanzialmente, una storia di passione e  determinazione. Nata dalle sperimentazioni casalinghe del suo fondatore, l'azienda è,  infatti, cresciuta grazie a una combinazione di curiosità, audacia e dedizione al  mestiere.






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