La liuteria in Italia è un'arte antica risalenti a secoli fa e sebbene oggi il mercato degli strumenti musicali sia dominato dalla produzione industriale, il mestiere del liutaio conserva un fascino unico.
L'Umbria, con la sua tradizione artigianale, gode della presenza di uno dei professionisti più stimati del settore, Matteo Rufini.
Affinché la liuteria non solo sopravviva, ma prosperi, Rufini Guitars si fa portavoce di un mestiere che richiede quella conoscenza profonda e quella consapevolezza che solo l’esperienza sa offrire.
A Perugia, tra creazione di pezzi su misura e restauro di modelli vintage, Matteo è in continua evoluzione rendendo questa realtà punto di riferimento per gli amanti degli strumenti a corda elettrici e acustici.
Ciao Matteo! Come hai deciso di diventare liutaio?
Ho scoperto quello che sarebbe stato il mio lavoro e la mia passione quando ero ragazzo. Ricordo il momento esatto: stavo facendo matematica a scuola quando è entrata in classe una ex alunna a salutare i professori. Io scarabocchiavo attendendo riprendesse la lezione quando le sento raccontare che stava frequentando un corso di liuteria a Gubbio.
Alzo le antenne, avevo 18 anni, ero in quella fase in cui devi scegliere cosa fare nella vita e nessuna opzione che mi convincesse e così l’ho fermata e ho chiesto informazioni. A quel tempo suonavo, avevo iniziato chitarra classica al conservatorio ed era nata una passione viscerale per gli strumenti in generale.
Dopo la maturità mi sono iscritto a questa Scuola di liutai e archettai di Gubbio che purtroppo anni fa è stata chiusa. Da qui studio, esperienze, anche facendo altri lavori, fino ad aprire il mio laboratorio da liutaio
Il tuo mestiere è cambiato negli anni? Se si, perché?
La liuteria è cambiata negli anni. Quando ho iniziato io c'era difficoltà nel reperire informazioni e nel trovare qualche professionista che ti desse l'opportunità di “fare bottega”. Adesso è più semplice, non tanto “fare bottega” quanto reperire molte informazioni, tramite Internet, per cui chiunque può dilettarsi a costruire uno strumento elettrico che, di base e tra virgolette, sembra più semplice rispetto a una chitarra classica o un violino, strumenti per cui la manualità e la conoscenza sono fondamentali.
Uno strumento elettrico ha un apparente vantaggio iniziale che in realtà è fittizio se vuoi ottenere un risultato a determinati livelli. Avendo più accesso alle informazioni capita ci sia chi si improvvisa liutaio, e dico improvvisa, perché avere informazioni non equivale ad averne consapevolezza, coscienza e reale conoscenza, anche delle conseguenze di ogni azione.
Un professionista ha un percorso di esperienza fatta sullo strumento e sul campo, con il confronto continuo con musicisti professionisti e con strumenti anche di livello. È un mestiere complesso che richiede manualità ma anche conoscenze, paradossalmente, di altri mestieri, dall'elettronica alla verniciatura, tutto da padroneggiare molto bene: è un percorso lungo e rimane un mestiere di nicchia.
Cosa fai nel tuo laboratorio?
Costruisco, riparo e restauro strumenti a corda elettrici e acustici. Ultimamente ho dismesso i lavori su strumenti ad arco preferendo specializzarmi nel ramo più “moderno”.
Realizzo linee mie di modelli marchiati Rufini Guitars, che possono anche essere riproduzioni di strumenti blasonati. Faccio le riparazioni classiche relative alla manutenzione e alle customizzazioni.
Da qualche anno sono parte del Tone Team, un gruppo che è stato formato da Francesco Balossino, esperto di vintage e collezionista: siamo quattro e facciamo restauri di strumenti vintage elettrici che arrivano da collezionisti, un po’ da tutto il mondo.
Il restauro conservativo di strumenti vintage è un expertise in cui siamo specializzati, in sostanza quello che si fa da secoli in liuteria classica con gli Stradivari. Nel restauro c'è un approccio diverso rispetto alla riparazione, va fatta l'analisi dello strumento e delle condizioni per capire il tipo di restauro, che è sempre conservativo; bisogna cercare di mantenere più possibile l'originalità e laddove, negli anni, sia stato rovinato da modifiche e “colpi di testa”, cerchiamo di ripristinare il danno per riportare lo strumento a come era in origine. I pezzi vintage hanno un valore commerciale e collezionistico, quelli dei primi anni ’50 anche un valore storico.
Come nasce una chitarra?
Una chitarra di liuteria nasce prima di tutto in testa: è fondamentale avere subito un'idea di come dovrà essere e, al di là dell'estetica, come dovrà suonare. Che tipo di risposta si vuole dallo strumento? Per chi è? Quale sarà lo scopo dello strumento e del musicista?
Capire le esigenze di chi ordina una chitarra significa realizzare il prodotto che lui desidera, che gli sta a pennello, come fa un sarto con un vestito su misura, solo che in più, questo, deve anche suonare! È un percorso di progettazione che nasce dall'esperienza, dalla scelta dei legni al tipo di elettronica, di hardware, per poi combinare tutti gli elementi. Poi le sequenze sono più o meno le stesse per tutti i tipi di strumenti, probabilmente sono la parte più scontata.
Si prende il legno, si sagoma, si fanno i pickup, poi l'elettronica, poi una volta verniciato si assembla. La sequenza è perfettamente ripetibile, infatti, le grandi aziende hanno un’ampia produzione giornaliera di pezzi tutti uguali. Uno strumento di liuteria è diverso perché è costruito sulle esigenze del musicista che lo suonerà.
Quale credi sia la cosa più difficile nel tuo lavoro?
Entrare nella testa del cliente e capire quello che desidera. Per lo strumento da realizzare ex novo ma anche nelle riparazioni, è la cosa più complicata a livello tecnico, soprattutto per i restauri.
Non c'è mai niente di acquisito, ogni volta che si affronta un restauro si impara qualcosa che probabilmente, anche in minima parte, poi si utilizzerà anche in futuro perché ogni volta le problematiche sono diverse quindi il cumulo dell'esperienza aiuta e per certi versi facilita anche se non risolve del tutto. E le scelte che si fanno all'inizio del lavoro condizionano tutto il resto, se parti male difficile è recuperare.
Matteo esprimi un desiderio per il tuo futuro
Il mio desiderio è che il mio lavoro continui così, che non manchino in futuro le opportunità che comunque fino ad ora sono capitate e di affrontarle nel modo giusto, questo è l'unico augurio che mi faccio.
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