Yama Art Lab: Un mondo per creare e meditare

Articolo di Elisabetta Faraglia

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Apriamo la porta per entrare nel mondo di Yama Art Lab. Un mondo che ci mette a nostro agio portandoci fuori dall’ordinario fare, avvolti dalle creazioni che hanno il sapore dell’autenticità: quella di Maia Palmieri.  Siamo tra le sue opere, spesso nate dal mirabile connubio di diverse arti che Maia sperimenta con la curiosità di una bambina e la maturità di chi ha camminato a lungo.

Dietro ad ogni sua creazione si respira il senso dell’unicità, dell’attimo vissuto con tutte le sue emozioni trasformate in materia narrante. Una sensibilità speciale la sua, che nella complessità sa cogliere le più piccole sfumature divenendo bussola per l’azione creativa. In tutto questo c’è la sua storia di figlia, di madre e di essere che torna alla natura in un rapporto di reciproco scambio.

Plasmare la creta, piegare l’acciaio, definire corpi tra i confini del bianco e del nero: sono solo alcuni dei processi con i quali Yama Art diventa luogo di arte e di incontro. Luogo di meditazione, di un lieto ritrovarsi dentro e fuori. Adesso entriamo nel mondo di Yama Art Lab con le parole dell’artista.

Come è nato Yama Art Lab

Ciao Maia e grazie per l’amichevole accoglienza. Ogni artigiano/artista è quel pezzetto di pace che vorremmo nel mondo: tu lo esprimi a pennello. Allora partiamo dal tempo in cui hai sentito che questa era la tua strada, legata soprattutto alla ceramica…

Penso di essere ceramista fin da bambina. Ho sempre sognato di lavorare l’argilla, di realizzare manufatti con la stessa. Mi ricordo che a sette anni rompevo le tazzine di mia madre per capire il punto di rottura per poi riattaccarle. Tante volte sono rimasta con le dita appiccicate!

Con grande passione e volontà ho aperto il mio primo laboratorio ma ero troppo piccola e inesperta. Cosa significa? Tanti sogni nel cassetto, ma poca mentalità imprenditoriale. Quindi non è andato bene e mi sono fermata un attimo per capire gli errori e ciò che volevo fare nella vita.

Il tempo ha fatto il suo corso e durante la pandemia ho capito veramente quello che volevo fare e dove volevo arrivare. Così ho riaperto il mio laboratorio Yama Art che ha una doppia valenza: da una parte è l’anagramma del mio nome, dall’altra nella lingua giapponese significa “montagna”.

Infatti il Fujiyama è il monte Fuji. Non sono le mie origini, ma è la mia identità. Mi identifico nella montagna perché simbolo di spiritualità, creatività artistica. Dà lì il nome Yama, da lì la riapertura del piccolo laboratorio, da lì il desiderio di far pace con me stessa, di creare oggetti che rappresentino in po’ il mio essere.

Maria Palmieri di Yama Art

Ceramica, pittura e accessori personalizzati in acciaio: attraversiamo questi tre campi artistici che poi riportano all’essenza di Yama Art Lab…

Non a caso è un Art Lab designer. Volevo, infatti, che tutto quello che avevo nella testa e tutta la mia voglia di creatività non fosse espressa con un unico materiale. Mi piace toccare e scoprire i tanti materiali. E poi adoro mischiare sia i colori – che creo da sola con pigmenti naturali e ossidi -  sia le tante tecniche: già solo quelle delle ceramica sono sterminate!

Tutto questo mi ha portato ad abbracciare l’ottone, l’acciaio, e anche il legno, qui a Yama Art, per poi capire dove potevo arrivare a lavorarlo e quanto il metallo poteva avvicinarsi a me. Amo l’oggetto in ceramica accompagnato dal calore del legno o dalla freddezza dell’acciaio. 

Spesso realizzo tazze e tazzine in ceramica con il sottobicchiere in legno - sul quale magari incido una frase motivazionale - e con un cucchiaino p in acciaio disegnato da me. Per lavori del genere utilizzo accessori come il laser e la stampante 3D che sono l’aspetto innovativo di questo mestiere, che non pregiudica la lavorazione come un tempo.  

La mia lavorazione della ceramica qui a Yama Art è particolare perché, così come per la scultura, deve tirar fuori l’unicità di ogni pezzo che diventa una piccola scultura, ben diversa dal prodotto a tiratura illimitata: anche perché già al secondo pezzo mi stranisco! Di tazze e tazzine ne realizzo tante anche attraverso le numerose tecniche ceramiche.

Quelle che più mi piacciono sono le tecniche orientali perché rappresentano ancor di più la manualità, il prodotto unico. Perché vanno a cogliere il riflesso zen di noi stessi sulla materia.

Lavori con l'argilla di Yama Art

Puoi spiegarci una delle tecniche orientali che più preferisci?

Il kurinuki. È anche un’antica tecnica meditativa giapponese che si può sintetizzare come l’arte di togliere l’eccesso. Mi sono avvicinata molto a questa filosofia meditativa nel periodo della pandemia. Come già ho detto ho sempre amato lavorare la materia, ma era la prima volta che mi avvicinavo a una tecnica meditativa.

Con questa tecnica realizzo generalmente tazze e tazzine. Consiste nel partire da un blocco di argilla, come se fosse una scultura. Si comincia a scavare con strumenti prettamente in legno fin quando si raggiunge una certa capienza interna. Poi iniziamo a togliere in modo lento la materia esterna: può essere strappata o tagliata.

Ed è molto efficace se devo fare dei tagli netti nella mia vita e non solo nella ceramica qui a Yama Art, infatti è una tecnica meditativa che ti consente di pensare. A qualcuno potrebbe generare delle ansie perché farlo in modo metodico significa aprire cassetti che non avresti mai creduto di aprire. Ogni oggetto lo realizzo in momenti diversi quindi con uno stato d’animo diverso che incide sulla creazione: per questo sono unici. In media ne faccio cinque al giorno.

A proposito di benefici, organizzi dei laboratori di ceramica qui da Yama Art? Quali?

Offro diverse tipologie di laboratori, dipende dalla richiesta. Ho un gruppo di persone che desidera esclusivamente imparare la ceramica e, in questo caso, spiego nel dettaglio il procedimento e gli aspetti più tecnici che sono alla base della lavorazione. Essendo maestra d’arte, riesco a rispondere alle numerose domande e curiosità dei partecipanti. Inoltre ho anche il laboratorio aperto a chi volesse imparare a lavorare il tornio: spesso sono lezioni individuali di una o due ore.

Per coloro che vogliono rilassarsi e aumentare la propria autostima, li inserisco in un gruppo meditativo. L’idea è nata quando ho scoperto su me stessa che l’arte, in questo caso la tecnica kurinuki, aiuta a ripartire. Questo ritrovarmi mi ha naturalmente portato al desiderio di aiutare l’altro e quindi è nato il progetto di arteterapia con dei corsi rivolti sia agli adulti sia ai bambini. La grande novità sta per arrivare con i corsi organizzati in collaborazione con il ristorante di Pian De Rosce - a Terminillo - che ha messo a disposizione degli spazi attrezzati all’aperto dove poter creare e rilassarsi a diretto contatto con la natura e il suo silenzio. Il mio laboratori è piccolo e può contenere poche persone che suddivido nell’arco della settimana. Ora con la bella stagione, a Pian De Rosce, potrò soddisfare al meglio le richieste della gente.

Corso di arteterapia Yama Art

Infine, quest’anno ho avviato dei percorsi di arteterapia all’interno delle scuole della zona. Si tratta di un’attività extrascolastica nella quale accompagno il bambino in un processo di crescita della propria autostima attraverso la realizzazione degli oggetti. In un primo momento realizzano individualmente un piccolo oggetto come per esempio un semplice maialino, poi man mano che apprendono nuove tecniche, lavori più complessi fino all’opera finale che sarà il risultato della loro collaborazione. In questo percorso, attraverso l’osservazione dei loro lavori, possono vedere e capire in modo pratico la loro crescita. E’ un lavoro graduale che sfocia nella cooperazione che li porta ad accrescere maggiormente la loro autostima e ad essere inclusivi. Quest’ultimo aspetto lo reputo fondamentale perché oggi i ragazzi, che vivono costantemente davanti ad uno schermo, sono spesso estraniati da se stessi e dagli altri. Il lavoro manuale, individuale e collettivo fa uscire fuori delle qualità che un domani saranno fondamentali nella società e in un qualsiasi lavoro.

Maia osserva il mondo e lo comunica anche attraverso la pittura. Cosa accade con i pennelli?

Così come per la scultura di Yama Art, ho iniziato a dipingere per scaricare la tensione lavorativa: i miei quadri sono il risultato di sensazioni e percezioni che tiro fuori. Mi piace molto ritrarre il corpo femminile con il bianco e il nero. Generalmente utilizzo supporti di riciclo: gessetti, carbone, fiori, foglia d’oro, foglia di rame, flatting, acrilico, e qualsiasi cosa che ho davanti senza porre limiti alla mia creatività. Devo provare. Sono più pulita e lineare con gli acquerelli con i quali esprimo i pensieri che la gente mi lascia. Simili a dei fumetti, dipingo volti di donne che hanno gli occhi chiusi perché sognano mentre ascoltano gli altri. Poche e dirette parole con cui racconto il loro travaglio o momento felice: generalmente le scrivo con vino, pigmenti naturali e se sto bevendo un cocktail non mi scandalizzo se ci metto un goccio di mojito!

Quadro con i carboncini Yama Art

La tua ecletticità ti porta a sperimentare materiali diversi. Adesso entriamo nel campo degli accessori in acciaio personalizzati per i quali è necessaria una certa dose di empatia per saper cogliere l’essenza dell’altro…

In realtà, Yama Art l’ho aperta come laboratorio di accessori in acciaio dal designer particolare. Facevo e faccio tuttora oggetti su commissione. Per esempio: quando arriva una persona che vuol fare un regalo all’amica, mi racconta ciò che più le piace e altri dettagli che mi guidano nella realizzazione dell’accessorio su misura. A volte mi chiedono di inserire frasi o altri particolari che incido con un piccolo laser in fibra. 

E sono felice quando la mia creazione sa cogliere l’altro e quindi diventa dono gradito.

In questo campo non mi ritengo orafa, ma metalmeccanica. L’acciaio non è così plastico come l’oro e l’argento. Tuttavia mi piace perché è eterno. E poi è resistente: non si ossida e mantiene nel tempo la brillantezza. Sono allergica al nichel, quindi la prima cosa che faccio: è testarli su di me. 

Poi realizzo, qui da Yama Art, oggetti che nascono dalla mia fantasia: come le mie bamboline Memole che provengono dal mondo dei cartoni animati con cui sono cresciuta. Anche in questo caso ogni Memole ha la sua unicità: non sono fatte in serie. Le realizzo a mano con oggetti di scarto che sono davvero preziosi. Spesso le clienti mi portano accessori vecchi o rotti. A volte vado a comprare nelle bancarelle collane o bracciali rovinati per poter recuperare le parti buone: un ciondolo, una pietra, uno Swarovski. In ognuna deve esserci un elemento particolare, di scarto, che la contraddistingue, che le dà una storia.

Progetti per il futuro di Yama Art?

Dalla mia esperienza nella vita e da Yama Art ho imparato a non proiettarmi verso il futuro. La vita è un pizzico e sono dell’idea che bisogna vivere nel presente. Bisognerebbe essere come l’acqua: fluidi e star ben contenuti nel recipiente che ci ospita. Quindi adagiarsi senza sforzo al momento presente della nostra vita.

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Yama Art Lab: Un mondo per creare e meditare
Giorgio Galizia 26 agosto 2024
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