Amiche Api

Articolo di Vassily Sortino

Dodicimila vasetti di miele l’anno. A volte, a seconda dei periodi, anche quattordicimila. Sono i numeri a fare di Ignazio Barrale l’uomo di punta di Amiche api, azienda produttrice di miele da quasi 35 anni, a Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, che ha saputo unire grandi numeri e qualità del prodotto.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Quando nasce Amiche api e come si sviluppa?

«Nel 1990. Ho iniziato come amatore con uno sciame. Col tempo sono riuscito ad aumentare il numero degli sciami. Oggi sono arrivato a 1200 arnie diffuse lungo la Sicilia».



Quanti tipi di miele producete?

«Miele di millefiori, sulla cardo, eucalipto quando si riesce a fare e miele di agrumi».

Quale è il miele più venduto?

«Il miele di Sulla, che è un miele delicato, non forte. Ha un gusto dolce ed è buono per dolcificare gli alimenti».

Quali sono i passaggi per arrivare dalle api al miele in vasetto?

«Dopo avere raccorto i melari nell’apiario, si porta tutto in laboratorio, dove c’è la macchina che toglie la cera e lascia intatto il miele. Il tutto poi va nello smielatore. Con la forza centrifuga si tira fuori il miele dai favi. Poi si passa dalla vasca di decantazione e dai maturatori e dopo una fase di filtrazione, si mette nei vasi e si etichetta il tutto»



Quale è il futuro della sua azienda?

«È complicato. Perché a causa del clima e dei mercati provenienti dall’estero, siamo sempre più penalizzati. Cerchiamo di andare avanti, anche se le prospettive sono un punto interrogativo».

Ne ha di che lamentarsi il signor Barrale, che accusa lo Stato italiano di importare troppo miele dall’estero: «In particolare dall’Ucraina – dice – che però non è controllato come il nostro e di conseguenza costa meno. Il cliente finale alla fine non sa la differenza e rischia molto. Io ricevo visite settimanali per verificare la qualità del mio prodotto. Vorrei essere più tutelato come lavoratore».



 


 








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