Datele un coccio di legno e non lo trasformerà in Pinocchio come Mastro Ciliegia, ma in uno splendido strumento musicale che suona in modo perfetto. Sono tanti gli artisti del palco e famosi nel mondo – anche se lei non farà mai i nomi per motivi di privacy – che si rivolgono quasi quotidianamente all’aiuto delle mani di Anna Corona, liutaia, che partendo dalla passione per la musica, ha saputo creare un personale e omoninmo negozio di artigianato in via Vincenzo Di Marco a Palermo, dove con orecchio e “olio di gomito” il legno diventa o una chitarra o un basso che suona, che arriva persino sul palco del Festival di Sanremo e che gira il mondo da un palco all’altro.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Anna Corona, quando e perché ha deciso di diventare una liutaia?
«La mia attività è nata nel 2010. Prima ho fatto anni di apprendistato, perché venivo da studi poco legati alla manualità e alla liuteria. Mi sono laureato in musicologia e poi è nata la passione per gli strumenti musicali, che ho sempre avuto sin da piccola e che sono diventati il mio lavoro».
Per chi non lo sa, in cosa consiste il lavoro del liutaio?
«Nella costruzione personalizzata di strumenti musicali. Io mi occupo di liuteria elettrica. Costruisco prevalentemente chitarra e bassi elettrici. Poi mi occupo anche del loro restauro, della manutenzione o della riparazione degli stessi strumenti musicali».
Quale è la creazione di cui va più orgogliosa?
«È una chitarra elettrica, che ho chiamato retrò. L’ho progettata in diversi anni. La mia soddisfazione è che è stata utilizzata dalla band La rappresentante di lista, sul palco del Festival di Sanremo».
Quali sono i passaggi principali nella costruzione di uno strumento musicale perfetto?
«La progettazione, oltre che la scelta dei materiali. Cerco di fare molta attenzione sui legni e sulle essenze. Non soltanto da un punto di vista estetico, ma anche sonoro. Nella progettazione diventa fondamentale il lavoro col musicista. Solo un lavoro di sinergia tra liutaio e musicista riesce a creare uno strumento che sia ben fatto».
In che senso sinergia?
«Lo strumento arriva a un certo grado di perfezione nel momento in cui la collaborazione col musicista porta a delle idee ben chiaro su come deve essere strutturato e su che tipo di suono deve essere generato. Il lavoro particolare sullo strumento viene deciso nel dettaglio, con la scelta delle materie prime e di quelle elettroniche. Nella progettazione è interessante lo sviluppo che c’è tra la materia sonora acustica, quindi la scelta dei legni, è la parte elettronica. Nell’insieme, si arriverà ad avere un buono strumento».
Quale sarà la sua prossima creazione?
«Sto lavorando su una nuova chitarra, per un noto musicista internazionale, però non faccio il nome perché non è il mio stile vantarmi. Sarà una chitarra archtop, figlia del fatto che ho clienti che sono alla ricerca di strumenti che abbiano determinate caratteristiche sonore, dove sto cercando di imprimere il mio modo di vedere lo strumento. Sarà un archtop particolare, sui generis e che spero sarà pronta nel 2025».
E il futuro della sua liuteria quale è?
«Nel corso degli anni ho instaurato un buon rapporto con i musicisti siciliani. Siamo cresciuti io e la mia attività. Mi piacerebbe continuare a occuparmi di costruzione, ma anche di restauro di strumenti vintage, in particolare per il ruolo storico che ha lo strumento».
Inutile richiedere ad Anna quali sono i suoi clienti vip. A lei non interessa neanche la visibilità La sua dimensione ideale si trova dietro il suo tavolo da lavoro, dove intaglio dopo intaglio riesce a dare vita ai mezzi per creare la forma di comunicazione più internazionale di tutte, capace di superare i limiti creati dalla torre di Babele: la musica. Il resto non conta.
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