Ci troviamo a Is Bangius, una piccola località ai piedi del Monte Arci in provincia di Oristano, un territorio da sempre altamente vocato all'agricoltura e alla produzione vitivinicola. Alla cantina Quarto Moro fare il vignaiolo non è il solo mestiere che si è
chiamati a svolgere quando si lavora la terra: dalla sua fondazione nel 2011 l’enologo Piero Cella ha voluto infatti costituire un luogo dove si potessero coniugare ottimi vini, idee innovative, e amore per il territorio attraverso l’enoturismo. L’azienda ha una gestione familiare e nei suoi progetti legati al vino il suo fondatore ha sempre avuto al suo fianco la moglie Luciana, e, da qualche tempo, anche i loro due figli hanno sposato in pieno l'attività di famiglia.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Ciao Luciana com’e iniziata la storia della vostra cantina?
La nostra cantina Quarto Moro nasce con tutte le carte in regola nel 2011, quando mio marito Piero, che è un enologo, sentì il forte desiderio di mettersi in discussione e di avviare delle sperimentazioni nel suo lavoro. In quell’anno prendemmo delle terre in affitto ad Arborea dove partimmo con le nostre sperimentazioni al fine di andare a conoscere più a fondo i vari vitigni autoctoni della nostra isola. La Sardegna è una terra ricca di biodiversità e c'è un mondo intero da conoscere, da scoprire e da valorizzare. Fino al 2012 lavoravo come insegnante alle scuole elementari: ho sempre avuto una grandissima passione per la viticoltura e la vinificazione e, poi, decisi di dedicarmi full-time a questo lavoro. Da qualche anno anche i nostri figli si sono uniti a noi in questa avventura.
Qual è il settore di appartenenza?
Siamo nell'alto Campidano nella zona del Terralba doc, in cui il Bovale è il vitigno principe dell’area. Ci occupiamo di viticoltura e vinificazione coltivando uve in terreni sia in affitto che di proprietà. Sono 13 i vitigni autoctoni che coltiviamo producendo vini di varie tipologie raggiungendo fino a una ventina di referenze per un totale di 70 mila bottiglie all’anno. Una quantità, tutto sommato, non molto elevata, però manteniamo il nostro obiettivo principale che riguarda la sperimentazione nell’ambito dei vitigni isolani. Da poco abbiamo acquistato una vecchia vigna molto interessante allevata dal alberello che ci regala delle uve di grande qualità e che ci danno un grande soddisfazione.
Cosa producete e qual è il prodotto di punta?
Produciamo varie tipologie di vini fermi, a base Vermentino, Cannonau, vini da vigne molto vecchie, e vini anche un po' più moderni tra cui il Bovale e il Carignano. Per noi è stata molto interessante la produzione dello spumante a metodo classico, tant'è che fin dalla nostra fondazione abbiamo voluto puntare sull'arte della spumantizzazione, che è ancora poco diffusa in Sardegna rispetto ad altre regioni d'Italia. Piero non la conosceva e l’apertura della Quarto Moro e’ stato proprio il volano che ci ha consentito di apprenderne tutti i segreti e ottenere lo spumante da un vitigno autoctono della nostra tradizione di vignaioli. Siamo molto contenti che il nostro spumante sardo venga apprezzato anche al di là di fuori dei confini regionali.
Luciana, che metodologie di lavoro utilizzate?
Si parte da un vino cosiddetto a base spumante che deve avere caratteristiche specifiche, con un’ottima acidità le cui uve devono essere vendemmiate leggermente in anticipo. L’acidità del prodotto è importante perché questo vino, una volta rifermentato con aggiunta di lieviti e di zuccheri rimarrà in bottiglia per almeno 24 mesi. In questo lungo periodo di sosta sul sedimento che si crea grazie al lavoro che operano i lieviti il vino si arricchirà nei suoi sentori e nel gusto smussando anche questa sensazione di acidità iniziale, garantendo una grande freschezza nella beva. Le bottiglie devono essere poi posizionate su dei cavalletti, sui cui viene effettuata una lavorazione chiamata "remuage" che consiste nel ruotare quotidianamente la bottiglia di un quarto. Una procedura molto utile per consentire al sedimento di raggiungere il collo della bottiglia. L'acidità è molto importante perché viene il vino che si otterrà avrà freschezza e ricchezza di sentori.
Che idee avete per il futuro?
Le prospettive future della nostra azienda vedono il nostro impegno nel consolidamento del nostro marchio in Sardegna, in penisola e anche nel resto del mondo. Ci vogliamo concentrare sempre di più sul commerciale al fine di comunicare al meglio i nostri prodotti preparati con cura e con amore specialmente per i vitigni autoctoni della nostra isola. Inoltre abbiamo dei progetti culturali legati anche alla didattica e al turismo in azienda.
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