Chiarelli Rossotti Winery, una storia del vino che ricomincia

Articolo di Vassily Sortino


È una storia che parte dall’Ottocento e che, dopo un periodo di interruzione, è ripresa praticamente oggi quella di Chiarelli Rossotti Winery. Una cantina di Alcamo che, in nome della storia, dopo due anni di ristrutturazione e una interruzione di quasi 50 anni ha ripreso a vivere grazie all’intuizione di Alessandro Chiarelli, che ha visto in questo immenso luogo uno spazio dove potere fare enoeconomia ed enoturismo allo stesso tempo.

Alessandro Chiarelli, ci racconti la storia di questa cantina. Quando è nata?

«L'impresa nasce nell'Ottocento perché la famiglia Chiarelli produceva vini atti alla produzione del Marsala e alla sua la vinificazione. 

Sono andati avanti così fino agli anni Settanta, anni in cui l’azienda si ferma nella produzione di vini ma conferivamo uve. Fino a quando non si è capito che il valore vero non era coltivare l’uva, ma produrre il vino

A questo punto nasce il desiderio di ristrutturare questo sito da noi acquisito intorno agli anni 2000, che era attiguo all'azienda agricola, la precedente azienda già nostra, e nasce la Chiarelli Rossotti Winery. 

Qui si trova un caseggiato importante che viene ristrutturato da noi facendone e realizzando una cantina moderna con una parte riservata al freddo i silos atti a vinificare, presse ultramoderne. Parallelamente abbiamo tutelato la parte antica della struttura, che è un po’ il suo lato caldo, che piace alla vista del visitatore».

Che linee di vino producete in questa cantina?

«Quando abbiamo ripreso l'attività di vinificazione nel sito, abbiamo dato priorità ai vitigni siciliani, non potevamo non avere il Catarratto per il Bianco d'Alcamo, perché siamo in piena doc alcamese, ma altrettanto il Grillo per il trapanese è stato sempre un vitigno importante.

Sono vini freschi, molto bevibili che accompagnano tutti i tipi di prodotto. Ah, dimenticavo il Nero d'Avola. A questi presto si aggiungerà il Frappato.»

Quale è il vino preferito dai clienti?

Alcuni vini certamente sono i bianchi che, a mio avviso, in questa zona vengono notati subito non perché siano migliori ma perché Alcamo è inteso come la patria del bianco d'Alcamo. 

Chi approccia qui a fare una degustazione non può non bere il Catarratto o il Grillo. Il primo perfetto per accompagnare le carni, il Grillo invece con il pesce o dei ragù bianchi. 

Io però ho sempre una mia contraddizione: amo il Nero d'Avola.

Quali sono i tempi di lavoro di una cantina?


« I tempi di lavoro sono diversi per ogni periodo. Quando vendemmiamo la mattina prestissimo, si inizia alle prime ore del sole e si finisce per avere uva non calda, per lavorare con le condizioni climatiche migliori. Il pomeriggio e la sera seguono le pigiature. Una volta ottenuto il prodotto, quindi i mosti sono dentro in cantina nelle botti, nei recipienti e nei silos- Così il lavoro va a scemare, quindi. 

Dal punto di vista enologico siamo cadenzati da ritmi normali, anche a periodi, pre-imbottigliamento, mantenimento l'ordinaria amministrazione. Il momento straordinario è quello più bello, perché c’è la vendemmia e lavoriamo senza orario e senza tempo».

Che progetti futuri avete?

«Vogliamo aumentare le attrezzature e le linee di produzione. Intanto ci stiamo prefiggendo di guardare al futuro. 

Penso a mio figlio, un ragazzo di 22 anni che studia economia e commercio, marketing e turismo e che ha sposato il progetto: sarà lui al timone dell'impresa fra un anno, quando conseguirà la laurea. 

Quali sono gli obiettivi? Certamente attivare un mercato importante, cominciare a vedere su molte carte dei ristoranti il nostro vino per farlo apprezzare quindi iniziare un'operazione di marketing.

Quest’anno saremo per la prima volta al Vinitaly e poi stiamo cercando di attivare una rete commerciale in tutto il territorio nazionale per far sì che questo prodotto venga conosciuto e ambito. 

Altro momento importante per il futuro dell'azienda è l'enoturismo, per cui stiamo lavorando per aprire a breve all'experience e quindi a tutto quello che è legato al mondo del vedere, toccare, assaporare per poter poi eventualmente acquistare il vino o cercarlo e trovarlo in tutto il mondo».

E la stanza per gli ospiti, all’interno della vineria è già pronta. Un modo per sentirsi moderni, in uno spazio di oltre 200 anni fa.

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Chiarelli Rossotti Winery, una storia del vino che ricomincia
Vassily Sortino 22 aprile 2025
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