Cooperativa agricola Valdibella

Articolo di Vassily Sortino

Era un centro salesiano destinato ai minori in difficoltà e destinato a chiudere per sempre per mancanza di vocazioni. L’unione tra i sacerdoti e i contadini del posto ha salvato tutto, creando un progetto agricolo volto a inserire i giovani nel mondo del lavoro. Con queste ottime prospettive si sviluppa l’idea della Cooperativa Agricola Valdibella, sulla cima di Camporeale, in provincia di Palermo, che ha fatto soprattutto del vino, ma anche di miele, pasta e latte di mandorla il suo core business solidale. Ad accoglierti all’ingresso c’è il presidente Massimiliano Solano, che con solerzia ti spiega tutte le dinamiche interne di una comunità che ha delle regole precise e dove tutti sorridono. Perché ciò che conta, come ha insegnato San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, che resta sempre un maestro e amico da seguire nei suoi detti, è “sempre l’allegria”, qualunque cosa si faccia.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube: 


Presidente Solano, come nasce questo piccolo miracolo nel centro della Sicilia?

«Nel 1998, dall’incontro tra l’allora direttore dei salesiani che gestiva una comunità per minore e me che ero a capo di un gruppo di agricoltori che quattro anni prima avevamo convertito le nostre aziende al mondo biologico, fondando una cooperativa. Abbiamo affiancato così l’attività educativa a quella lavorativa, aderendo al progetto e costruendo insieme una cantina».



Ci descriva l’attività lavorativa.

«Siamo agricoltori biologici e cerchiamo di favorire nelle nostre aziende molte tipologie di coltura, per creare biodiversità con le colture stesse e le rotazioni delle colture. Uno dei settori che più sviluppiamo è quello del vino e all’interno dell'azienda agricola abbiamo l’intera filiera. Poi ci occupiamo della confezione del mandorlo, dell’ulivo, dei cereali antichi, dei legumi e a questo si somma una struttura dove facciamo delle conserve».

Quale è, in tutto questo insieme di prodotti, quello su cui punta di più la vostra cooperativa agricola?

«A oggi resta ancora il vino. Facciamo quattordici tipologie di etichette. Le nostre uve sono biologiche e di varietà siciliana».



Come si imposta il vostro lavoro quotidiano?

«È diversificata. La base associativa si occupa della coltivazione e della produzione primaria. La cooperativa agricola si occupa della trasformazione e delle vendite. Poi c’è l’aspetto amministrativo e commerciale. Nella nostra attività abbiamo inserito l’aspetto formativo, con la “Scuola pratica di agroecologia”. Lo scopo è accrescere le nostre conoscenze del settore dell’agricoltura sostenibile, confrontandoci con esperti ed accademici»

Quale è il vostro futuro e quello dell’agricoltura in generale? 

«positivo, perché riteniamo che l’agricoltura sia qualcosa di non sostituibile. Tentativi come l’agricoltura idroponica o gli allevamenti di carni sintetiche ci appaiono una forma di usurpamento del mondo agricolo. Noi puntiamo sull’aspetto vero, autentico e prima rio dell’agricoltura. Da parte della società civile c’è attenzione e questo connubio ci garantisce un futuro a noi agricoltori come lavoro per garantire alla società civile un prodotto autentico fatto di buon cibo e la possibilità di creare relazioni di integrazione col processo produttivo».

E proprio per sviluppare questo punto, la cooperativa Valdibella periodicamente apre le porte a visitatori e turisti che ne vogliono conoscere le dinamiche interne di sviluppo.



 




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