Florape, una vita per il miele

Articolo di Vassily Sortino

Una vita tra le api. A cercare di comunicare con loro, capirle, ottenere il loro miele e soprattutto a difenderle dalla natura stessa, ma anche dall’uomo. È questo il compito che porta avanti Giuseppe Ciancimino, imprenditore responsabile di Florape, azienda produttrice di miele rigorosamente biologico, con sede nelle piene campagne dell’area di Pianetto in provincia di Palermo. Qui Giuseppe raccoglie il miele dei suoi apiari, diffusi lungo le colline dell’alto Belice, e organizza la vita delle sue piccole amiche operaie, cercando anzitutto di proteggerle dalle vespe e dai calabroni. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Giuseppe Ciancimino, quando nasce la sua azienda e di conseguenza il suo amore per le api?

«Nel 1982, con lo scopo di allevare ape nera siciliana. Un’ape autoctona che produce un miele con maggiori antiossidanti, capace di resistere alle malattie e ai climi con le alte temperature. L’azienda nasce da una scommessa legata alla sicilianità mia e di mia moglie. Il tempo ci ha dato ragione e dopo 40 anni siamo soddisfatti, malgrado tutte le difficoltà».



Quanti tipi di miele riuscite a ottenere dalle vostre api?

«Sono tutti con certificazione biologica e sono il miele di millefiori, quello di sulla, il miele di eucalipto che produciamo nel mese di luglio e agosto e fino a trent’anni fa anche il miele di nespolo, che si produceva in inverno e che oggi non si fa più a causa dei problemi climatici».

È vero che in questa azienda, oltre agli apiari classici, utilizzate modelli che si adattano alla vita naturale delle api?

«Noi applichiamo una apicoltura razionale. Prima utilizzavamo il bugno villico, ovvero gli apiari progettati ai tempi dei fenici e che si mettevano sui tetti delle case. Poi abbiamo utilizzato l’arnia a telaini mobili, con il favo che si può manipolare secondo la nostra esigenza. Oggi usiamo anche una via di mezzo, ovvero l’arnia top bar, con il favo prodotto in modo naturale dall’ape, senza telai inseriti dall’uomo. Il suo pregio è che la cera prodotta e su cui si sviluppano la covata e il miele è interamente prodotta dalle api, senza la contaminazione dell’uomo. Questo rende il miele più naturale».

Quali passaggi si seguono per ottenere il miele?

«Si porta l’apiario lì dove il miele va raccolto. Si toglie il telaio dall’apiario. Segue la fase in cui togliere la cera creata dalle api nel favo. L’ulteriore operazione è la smielatura, inserendo il favo nello smielatore. Il miele viene raccolto in una vasca. Poi viene filtrato, decantato e gfatto riposare due settimane per fargli riprendere la sua trasparenza. Poi inizia la fase di invasettamento e l’etichettatura. A questo punto è pronto per essere venduto».



Che futuro prevede per questa azienda e per le sue api?

«Possiamo ritenerci soddisfatti sul futuro, per avere coinvolto in questa avventura anche i nostri figli, che hanno una passione più grande della mia. La nostra azienda di apicoltura continuerà».

Alla fine dell’intervista Giuseppe Ciancimino indossa la divisa da apicoltore per tornare tra le sue api, che nel mese di settembre devono essere protette dai calabroni. Per farli fuori nel modo più naturale, Giuseppe si serve del fuoco. A mali estremi, estremi rimedi.






 



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