Nel 2025 sono arrivati al loro centesimo anno di attività, rendendosi conto, finalmente, di non essere solo una semplice gastronomia, ma anche un punto di riferimento di un quartiere e di una comunità, che qui si riunisce non solo con il fine di acquistare cibo, ma anche semplicemente per incontrarsi, discutere e fare quattro chiacchiere tra amici.
È la magia che si svolge quotidianamente alla Gastronomia Armetta, in via dei Quartieri a Palermo, dove Angelo Armetta, meglio conosciuto come Gino, e la moglie Teresa, accolgono i clienti – che sono di ogni ceto sociale e vanno dall’operaio al magistrato di grido – come se fossero loro amici, con un grande sorriso e mettendo loro a disposizione una immensa vetrina piena di prelibatezze gastronomiche made in Sicilia e non solo.
Dai formaggi ai prosciutti, passando per i dolci, i vini e tanto altro, qui si vive una atmosfera di famiglia, dove la qualità è sempre al primo posto.
Teresa Armetta, può raccontarci la storia di questa bottega che gestisce con suo marito?
«La nostra famiglia amministra questo negozio dal 1926, nel quartiere San Lorenzo di Palermo. Appena quarantuno metri quadri ed è considerato tra i negozi che hanno fatto l’Italia. Siamo stati coerenti nell’accompagnare il cliente nella conoscenza alimentare nel territorio.
Con mio marito Gino siamo il front office nella ricerca e nei prodotti di eccellenza e accompagnamo il consumatore nel conoscere gli abbinamenti.
Siamo anche dei formatori e dei riferimenti per chi vuole conoscere questo lavoro. Il nostro mestiere è ancora una porta per il futuro: per i giovani e per chi ama gustare».
Quali sono i prodotti che ricercate per il territorio e che il cliente può trovare qui?

«Ovviamente l’eccellenza. Tutti i prodotti a “Denominazione di origine protetta”, “Prodotti tradizionali agroalimentari” e classificati come “Slow food”. Noi controlliamo l’origine del prodotto. La filiera e la conoscenza con chi produce.
Questo accade per esempio con il suino nero dei Nebrodi, dal quale viene prodotto il prosciutto crudo dei Nebrodi, che nulla ha da invidiare al Patanegra spagnolo. Noi siamo l’unico negozio in Sicilia con questo genere di prodotti.
Abbiamo una grande quantità di olii e questa cosa ci rende orgogliosi. Diamo produzioni straordinarie in poco spazio. Tra i prodotti caseari abbiamo caprini di Petralia e i caprini di Vittorio Beltrami. Entrare qui è fare una esperienza sensoriale in una geografia di assaggi. Qui viene per esempio la mamma col bambino, da svezzare in modo sano.
Per dare i consigli studiamo. Prima di potere accompagnare il cliente, dobbiamo conoscere.
Qui teniamo dei corsi per la conoscenza dei formaggi e degli oli. Noi non affettiamo e basta, ma diamo un’esperienza. Per questo tanti turisti passano da qui e si innamorano di questo posto. Non facciamo pubblicità classica, ma ci trovate sui social».
E che altro si può trovare qui?
«Vini piemontesi e francesi. Abbiamo dolci della tradizione: il cannolo di Piana degli Albanesi, la pantofola di Lercara Friddi e la crostata infornata nel forno a legna di ulivo, dopo che viene sfornato il pane nero. Poi sosteniamo tanti produttori del miele.
Abbiamo il cioccolato Criollo, che è il più pregiato al mondo. Qui da noi è tutto legato alla lavorazione artigianale e questo è un motivo per conoscerci. Non vendiamo niente che non mangiamo anche a casa mia».
Cosa la rende orgogliosa di essere parte integrante di questa bottega?
«La condivisione del rispetto per l’ambiente che abbiamo con i nostri clienti. Noi usiamo buste riciclabili e loro le riportano indietro quando devono fare nuovamente la spesa».
Oltre 700 artigiani ci hanno giò scelti per raccontare la loro storia.
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C’è invece una notizia tutti dovrebbero sapere?

«Nel Registro nazionale dei marchi storici dello Stato Italiano siamo al numero 540 dei marchi storici che hanno contribuito a fare l’Italia. Di questo siamo orgogliosamente fieri».
Che progetti futuri ha un’azienda con un secolo di vita?
«Non siamo anziani, ma siamo già nel futuro. Perché per esempio siamo sede dei corsi dell’Organizzazione nazionale degli assaggiatori di Formaggio, per principianti e professionisti. Stiamo portando la gente a pretendere di essere assistita e consigliata nell’acquisto.
Confindustria Sicilia ci ha dato un premio tra le 16 start up innovative, pur avendo cent’anni. E la motivazione è stata che siamo innovativi, perché il nostro modo di approcciarsi al cliente e il produttore coinvolge persone nuove. E il nostro approccio è basato su formazione, condivisione e ricerca.
Non passa un giorno che noi non raccontiamo di un prodotto. È una catena: tu entri da noi, col passaparola, porti un’altra persona e fai parte poi di una community, che io gestisco sui social. È impegnativo, ma solo così si diventa Armetta».
Finita l’intervista Gino Armetta torna a occuparsi dei clienti, mentre Teresa inizia a scrivere un nuovo piano per approcciarsi con i follower di TikTok. Entrano anche altre persone qui. Loro amiche. Solo per parlare e, positivamente, “fare salotto”. Cento anni e non dimostrarli questo posto.