Nell’incantevole borgo di Morano Calabro, uno dei borghi più belli d’Italia, paese ai piedi del parco Nazionale del Pollino nella provincia di Cosenza, tra le vie che profumano di storia, tradizione e autenticità incontriamo per voi Nicola, giovane artigiano che nel sangue porta con sé radici di arte grazie all’esempio di suo padre e ne custodisce la cultura attraverso la lavorazione artigianale.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Nicola, ci racconti come è nata la tua attività?
La mia storia nasce circa tre anni fa, dopo un’esperienza in Olanda dove mi sono appassionato molto al mondo del digitale. Essendo mio padre un abile artigiano in grado di scolpire la pietra e intagliare il legno, mi è venuta l’idea di unire innovazione e tradizione promuovendo il nostro artigianato oltre i confini dell’Italia grazie all’ausilio di internet.
Cosa produci? E qual è il tuo prodotto di punta?
L’artigianato nel nostro territorio è legato principalmente alla vita pastorale con manufatti che si utilizzavano nella vita di tutti i giorni.
Parliamo ad esempio della lavorazione della pietra per mortai, intaglio del legno per realizzare taglieri (visto che qui nella zona del parco Nazionale del Pollino siamo circondati da una vastità di legnami), la lavorazione della ceramica per realizzare pignate, anfore, piatti, tazzine ecc. e del vimine con il quale si realizzano ceste.
Questi erano ai tempi oggetti di utilizzo quotidiano comuni, diventati ai nostri giorni oggetti ricercati per arredo o souvenir.
Personalmente mi sono appassionato alla lavorazione della ceramica e uno dei prodotti di punta è sicuramente la pignata, tipicamente utilizzata per cucinare sul fuoco i legumi.
Utilizzi un metodo di lavorazione particolare? Quali sono le fasi del tuo lavoro? Ci daresti in breve una spiegazione delle tecniche del tuo mestiere?
Uno degli strumenti antichi più utilizzati per la lavorazione dell’argilla è il tornio, dove l’argilla viene plasmata grazie alla ruota che gira e alle mani del maestro, una volta creato il prodotto viene infornato a circa mille gradi, questa cottura viene definita “biscotto”, successivamente viene smaltato e nuovamente infornato per una seconda cottura dove poi ne risulterà la ceramica finita.
Nicola, Cosa ami di più del tuo lavoro?
La cosa che amo di più del mio lavoro è conoscere e stare a contatto con molte persone come turisti, visitatori e appassionati del settore che vengono a fare visita alla mia bottega.
inoltre sapere che i nostri manufatti esportati all’estero (anche oltre oceano) sono apprezzati è fonte di grande soddisfazione.
Hai dei progetti per il futuro? Quali?
Anche se sono solo all’inizio di questo percorso ho tanti progetti per il futuro, uno dei quali è creare dei laboratori all’interno del centro storico e divulgare il più possibile le tecniche di lavorazione della ceramica, cercando anche di coinvolgere gli istituti scolastici e far conoscere cosi gli antichi mestieri e tradizioni ai nostri giovani.
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