Non solo un’azienda di famiglia, ma anche una famiglia-azienda. Questo sono stati capaci di creare Annamaria, Mattea e Francesco Scianni, due sorelle e un fratello che nel 2015 hanno fondato La Lumaca di Corleone. Partendo dagli ulivi di famiglia, risalenti all’inizio dell’Ottocento, i tre sono stati capaci di mettere in piedi un’azienda agricola, che si estende per due ettari lungo il territorio di Corleone, capace di produrre non solo olio, ma anche liquore tratto dalle foglie di ulivo, pomodoro siccagno, grano ceci e lenticchie. Un esempio di radici ritrovate, in una Sicilia dove i giovani chiedono l’attenzione della politica.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Quando nasce La Lumaca di Corleone?
«Con il suo territorio e grazie ai nostri avi: Salvatore Camineta, Matteo Crapisi e Mattea Camineta. Dal 2025 abbiamo registrato questo marchio e dal 2019 regoliamo questa impresa a conduzione giovanile e femminile, portando avanti l’impresa agricola nel territorio siciliana, per farla conoscere in Italia e all’estero».
Cosa produce la vostra azienda agricola?
«Principalmente legumi e cereali, ma anche l’olio Nocellara del Belice. Produciamo anche un liquore a base di foglie di ulivo, con e senza zucchero. Abbiamo creato anche un liquore al cantalupo».
Quale è il vostro prodotto di punta?
«Il liquore, utilizzando le foglie dell’ulivo. Delle sue proprietà ne parla Dante nella Divina commedia. Hanno proprietà digestive, antiossidanti e sono ricche di polifenoli. Si realizza con infusione di ulivo in alcol e scorze di limone».
Come va avantri la vostra giornata lavorativa standard?
«Nel vivere in questi terreni. Nei giorni stabiliti dalla natura facciamo una raccolta manuale delle olive e poi andiamo al frantoio entro 12 ore,
portando così in tavola un prodotto genuino e che non perde le sue sostanze. L’olio poi viene portato in un altro frantoio per l’imbottigliamento, venduto non sono agli italiani sul territorio, ma agli emigrati in Svizzera».
Che progetti futuri avete per la vostra azienda?
«Sogniamo di diventare autonomi nella chiusura della filiera. Stiamo completando la realizzazione di un laboratorio, per impacchettare e vendere al consumatore finale delle mandorle che sono in fase di impianto. Oltre a questo, vogliamo vendere i nostri prodotti, per fare conoscere la Corleone che lavora e vuole diffondere i veri valori nel mondo».
Solo un rimpianto hanno i tre fratelli Scianni: la strada per arrivare nei loro terreni. Praticamente ridotta un colabrodo. «Da anni vorremmo fare del turismo gastronomico qui – dicono – ma si riesce con difficoltà a raggiungere i nostri terreni sia in auto che con i trattori. Abbiamo chiesto al sindaco di Corleone di aggiustare la strada. La risposta è stata che se ne dovrebbe occupare la Citta metropolitana». In pratica l’istituzione che ha preso in Sicilia il posto della Provincia: mai decollata, mai partita e con finanziamenti zero. Un vero limite per chi vuole fare onesta imprenditoria.
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