Il laboratorio di ceramiche artistiche Marco Silecchia, situato a Sassari nel Nord Sardegna, è una realtà artistica di prestigio, che produce manufatti artigianali tradizionali e moderni, passando anche per l’arte sacra. Lo scultore, pittore e ceramista Marco Silecchia, che ama definirsi libero, e non aderente ad uno stile preciso, si confronta con tematiche legate alla narrazione storica e culturale della Sardegna, cui aggiunge il suo tocco personale, volgendo lo sguardo alle volte verso una dimensione immaginaria, ed alle altre traendo spunto dai suoi ricordi, cavalcando l’onda emotiva che vive quotidianamente.
Noi di Italian Bees, siamo andati a scambiare due chiacchiere con lui!
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Come si è avvicinato al mondo della ceramica?
Quando avevo 16-18 anni, parlo dunque del periodo per euro, lavoravo con la mia famiglia fuori dalla Sardegna.
All’epoca c’era ancora un periodo di gradi committenze, il mecenatismo funzionava ancora. Funzionava il rapporto che c'era tra gli enti: ad esempio le amministrazioni comunali, gli enti regionali, la pro loco. Tra cui si sviluppava una sinergia di lavoro concreta.
Ci occupavamo di commissioni importanti, di un certo livello. Molte volte andavamo per grandi periodi nelle fonderie di Roma. Ti trasferivi per periodi anche molto lunghi, finché il lavoro non era concluso. Erano esperienze uniche, in cui avevi l’occasione di avere a che fare con importanti scultori, che trovi nei testi di storia dell'arte. E vederli lì lavorare, poterci parlare, era un’esperienza formativa che qui in Sardegna non avresti mai avuto modo di vivere.
Da cosa trai ispirazione per le tue opere?
È difficile trovare delle parole, sono cose che afferri. Molte volte, traggo ispirazione da tutto.
È una concausa di atteggiamenti, di disciplina, di aspetti di vita. Io ad esempio faccio sport. Mi piace, ci tengo a tenermi bene. Il famoso proverbio mens sana in corpore sano ha una sua fondatezza.
Nel senso, tutto quello che noi creiamo è creato dal cervello e da questo percorso. Cervello e cuore, perché è una passione.
Se fosse solo il cervello a creare un prodotto quel messaggio d'amore, di emozioni, di passione, non esisterebbe.
Questo percorso è un insieme di cose, a cui si arriva poco a poco.
All'inizio, quando si è giovai è tutto fuoco, la mia esperienza di vita mi ha portato a bruciare le tappe, doveva essere fatto tutto e velocemente. Ora piano piano e con la giusta maturità, ho capito che i tempi vanno rispettati per creare delle cose di qualità, nella vita, e nel mio percorso artistico. Il mio lavoro ha come fulcro, il restare concentrato su me stesso, solo così riesco a creare.
Ci vuoi parlare di una delle tue opere a cui sei più legato?
Certo, questo pezzo si chiama Esplosione Solare, qui dentro ci sono racchiuse cinque-sei tecniche lavorative. La cosa più importante per me, è che non è ispirata a niente, non si rifà a una tematica precisa. È semplicemnete un pezzo autentico, cioè io ho impiegato il mio tempo in modo autentico e lo offro al mio fruitore. Questa è la sua origine, e queto il suo valore.
Molte delle tue opere sono caratterizzate da un effetto metallico marcato, come lo ottieni?
Sono delle lavorazioni molto particolari, esistono una terza ed alle volte anche una quarta cottura, e la temperatura è sempre variabile. Non utilizzo una tecnica precisa, ma ho la tendenza a sperimentare su ogni pezzo, lasciandomi la libertà di scegliere ogni volta.
Per fare ciò lascio che la temperatura interagisca con la superficie ceramica nel modo più imprevisto possibile. Utilizzo dei materiali di scarto che mi sono forniti dai fabbri, e che unisco ai materiali da lavoro. Devo essere sempre pronto a seguire l’ispirazione e a coglierla. Parto da un’ idea concreta, che cambia giorno dopo giorno, man mano che il pezzo prende forma.
Quando si osserva il pezzo, non appare mai uguale al giorno precedente, perché le sfumature vengono accentuate, da luci, colori, esposizione. Sono presenti tonalità che vanno dal rame, al ferro, all’oro, e al verde. Questo effetto per me è irripetibile ogni volta, in quanto muta perfino la gestualità del momento. Tutto questo porta a un prodotto unico, non è una sintesi industriale. Credo sia questo l’aspetto più rilevante del mio lavoro.
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