Un lavoro lungo e di pazienza. Pezzettino dopo pezzettino. Dove l’artigianato e l’arte diventano unica cosa. Questo accade a Le absidi, laboratorio di mosaici in via Arcivescovado 11 a Monreale, a pochi passi da quella Cattedrale che è simbolo della Sicilia in tutto il mondo.
Domenica Russo e Salvatore Tumminello, sono i fondatori del laboratorio, nato nel 1977 dalla loro passione condivisa per il mosaico.
Entrambi diplomati all’istituto Statale d’Arte per il Mosaico di Monreale, si sono uniti con l’intento di fare conoscere l’arte del mosaico di Monreale al mondo. Con il loro impegno, hanno creato un laboratorio che coniuga tradizione e innovazione, diventando un punto di riferimento nella produzione di mosaici, sia a livello nazionale che internazionale.
Oggi al loro fianco c’è anche la figlia Claudia, che prosegue con dedizione il lavoro iniziato dai genitori. Un passaggio obbligatorio quello da Le Absidi se si vuole conoscere il vero artigianato di Monreale, dove lo spettacolo culturale è anche semplicemente osservare questa famiglia all’opera
Salvatore Tumminello, quando nasce questo laboratorio ricco di storia?
«Questa bottega nasce negli anni Settanta, da un'idea mia e di mia moglie. Il laboratorio è stato fondato da entrambi. Abbiamo frequentato l'Istituto statale d'Arte per il Mosaico di Monreale. Finendo la scuola, abbiamo pensato di aprire questo laboratorio e da allora fino a tutt'oggi siamo qui.
Ultimamente si è aggiunta alla squadra nostra figlia, perciò si può dire che siamo una famiglia unita a un laboratorio di mosaici».
Che tipo di mosaici create in questa bottega?

«La produzione all'interno di questo laboratorio inizialmente si basava su mosaici, che rappresentavano principalmente raffigurazioni che stanno all'interno del Duomo di Monreale, riprendendo quindi lo stile dei bizantini.
Poi, man mano nel tempo, il laboratorio automaticamente ha prodotto altri tipi di mosaici che possono essere delle riproduzioni di pittori dell'Ottocento e tutto ciò che è legato al mosaico antico.
Poi, automaticamente, per dare più possibilità alla gente di comprare un mosaico e avere un ricordo del mosaico monrealese, produciamo anche dei piccoli quadretti con raffigurazione di fiori, piccoli paesaggi e cose varie.
Deve essere chiaro che ogni singolo lavoro non richiede ore, ma giorni. E automaticamente il prezzo finale del prodotto è molto alto. Per questo ci rivolgiamo a gente che capisce il valore della tecnica del mosaico e che ha anche la possibilità di potere comprare gli oggetti, che poi sarebbero opera artistica».
Oltre 700 artigiani hanno già scelto ItalianBees per raccontare la loro storia.
Unisciti a noi e condividi il tuo talento!
Di quale, tra i vostri mosaici, andate particolarmente fieri?
«È un lavoro fatto con tessere molto piccole da mia moglie ed è una Madonna che si rifà a una copia del Botticelli.
Questa Madonna in origine era il capezzale che noi avevamo all'interno della camera da letto. Infatti per questo ci teniamo tantissimo a far vedere questo tipo di lavoro. Perché ci sono delle tessere minutissime e si può chiamare, appunto, mosaico minuto. Mentre nella realtà i mosaici minuti a Roma vengono ottenuti con dei listelli di smalto, vengono spezzati e avviene la composizione. In questo caso qua le tesserine sono così piccole, ma sono ricavati dalla martellina e il tagliolo, perciò diventa un mosaico ancora più performante».
Può raccontare, partendo da zero, come si costruisce un mosaico?

«Bisogna specificare che quello che noi realizziamo in questo momento all'interno del laboratorio sono dei mosaici che vanno all'interno delle case. Perciò diciamo sono i cosiddetti mosaici chiamati “da cavalletto”.
Non sono dei mosaici grandi per delle superfici che vanno montate in una chiesa o in qualsiasi altro ambiente, ma che vanno prettamente all'interno delle case.
Per iniziare un’opera musica si prepara una tavoletta come questa in cui viene messo un listello a contorno. Su questa base viene messo del mastice. Dopo ciò, dopo aver lisciato tutta la superficie, allora si passa alla riproduzione del soggetto che si vuole ricavare. Viene poggiata della carta trasparente sul cartone e viene fatto tutto il contorno di quello che si vuole raffigurare. Poi, togliendo la carta, girandola al negativo con una matita molto copiativa, si ripassa di nuovo tutto il disegno. Questa carta viene applicata sulla superficie dove bisogna realizzare il mosaico, la si pressa con una spatola e la si liscia tutta. Togliendo la carta rimane la traccia. Poi si passa al lavoro e alla composizione dell'opera che si vuole realizzare, utilizzando la martellina e il tagliolo. Da premettere che questi sono gli attrezzi che anticamente venivano utilizzati all'interno del Duomo di Monreale. Diciamo che noi continuiamo quella tradizione antica».
Quale procedimento si segue a questo punto?
«Si poggia la tessera tra le due incudini del martello e del tagliolo, e si dà un colpo secco, ricavando il tipo di pezzo che a noi interessa. Naturalmente il colpo non viene dato a caso. Se determino di fare un triangolo, automaticamente debbo fare un triangolo, un rettangolo, un trapezio o qualsiasi forma.
Da premettere che la tessera la possiamo ridurre ai minimi termini e poi, aiutandoci con una pinzetta dato che le tesserine sono molto piccole, le prendiamo e, pigiando nel mastice, rimangono conficcate in questa pasta. Piano piano, continuando di questo passo, riusciamo poi a completare completamente l'immagine che si vuole realizzare. Naturalmente i tempi di lavoro sono molto lunghi».
Che materiale si utilizza per fare le tessere?
«I materiali che vengono utilizzati nel mosaico in questo caso sono i marmi come pietra naturale. Poi ci sono i gres, materiale che viene utilizzato in edilizia per rivestire piscine e pareti. Poi invece ci sono dei materiali realizzati prettamente per i mosaici e sono materiali vetrosi a base di pasta vitrea che sono sabbia, ossidi, polvere di silice e gli ossidi che danno il colore a ogni tessera. E sono materiali che ritiriamo da Venezia, perché lì ci sono ancora le fabbriche che producono questo materiale»
Che obiettivi futuri avete per questa bottega?
«Per quanto riguarda il nostro futuro di mosaicisti, naturalmente sarebbe anche bello poter uscire un po' fuori da quella che è la routine nostra, però in egual misura anche un mercato più grande a livello internazionale ci preoccupa.
Perché per il tipo di lavoro che facciamo noi magari possiamo andare a interessare un pubblico internazionale, però poi automaticamente al momento che possono esserci delle ordinazioni, non ci saranno i tempi per riuscire a soddisfare la richiesta delle persone. Perché il lavoro è molto lungo. È da premettere che poi non ci sono delle maestranze capaci di sostituirci perché è molto difficile che i giovani si appassionino a questo mestiere. Ci sono riuscito con mia figlia che lavora con me. Questa è già la mia vittoria per il futuro».