Viviamo in un’epoca frenetica, costruita su social media, intelligenze artificiali, tecnologie all’avanguardia e innovazioni che, forse, hanno distolto l’attenzione dei più giovani rispetto a lavori legati a tradizione e terra.
O forse no.
L’Italia in realtà è popolata da una ricca generazione di giovanissimi che hanno deciso di tornare alle origini, riprendendo le redini di aziende agricole familiari o riportando all’antico splendore interi ettari di terreno.
ItalianBees quotidianamente incontra ambiziosi e appassionati giovani imprenditori agricoli pronti a raccontare le loro storie, fatte di foto in bianco e nero, di terra, sapori, profumi e antico sapere.
Lorenzo ne è l’esempio, chiaro e nitido: a Monvalle, ispirato dalle origini contadine della sua famiglia, ha avviato la sua attività, tra verdure fresche e croccanti, legna da ardere, fieno e stupendi fiori di zafferano.
Come nasce l’Azienda Agricola Lo St&lo?
L’Azienda Agricola Lo St&lo di Monvalle nasce dalla mia grande passione per l’agricoltura, ispirata dalla figura di mio nonno Stefano, che mi ha trasmesso il suo amore per la terra.
Un amore che si è concretizzato in un sogno che sto realizzando dopo aver frequentato per 5 anni l’Istituto Cavallini, a Lesa, dove ho imparato tanto rispetto al mondo agricolo.
Ma certamente le figure che più mi hanno insegnato sono mio padre e mio nonno Stefano a cui, da sempre, cerco di rubare il lavoro, imparando tecniche e tutto quello che possa essermi utile, quotidianamente, nei campi.
Il nome Lo St&lo nasce proprio dalla fusione del nome di mio nonno con il mio –Stefano e Lorenzo – uniti da e commerciale (&).
Lo St&lo rappresenta anche il gambo di un fiore, nel caso specifico mi piace pensare che sia di un girasole, il mio preferito.
Dai colori accesi, è legato al sole, che insegue in continuazione attraverso la sua rotazione, un simbolo significativo in agricoltura.
Un buon agricoltore, infatti, segue sempre il sole, i cambi stagionali e del tempo che influisce in modo determinante sulle coltivazioni e a cui si deve necessariamente adattare.
Il lavoro nei campi mi fa sentire vivo, proprio come un girasole, a parer mio uno degli elementi più belli presenti in natura.
Quali tecniche utilizzi per coltivare i tuoi terreni?
Come coltivo i miei terreni? Il primo passaggio prevede l’utilizzo della grenilette, una bioforca che consente di aerare e smuovere il terreno, senza risvoltarlo né mescolarne gli strati.
Uno strumento che contribuisce a creare un orto sano e genuino unitamente alla tecnica della pacciamatura, che consiste nel coprire il terreno intorno alle piante con materiale, naturale o sintetico, per proteggerlo e migliorarne la qualità.
Utilizzo circa 30-40 cm di fieno che aiuta a mantenere l’umidità del suolo, facendo rinvigorire i microorganismi che lavorano sottoterra producendo humus, ovvero un composto organico scuro, soffice e ricco di nutrienti, formato dalla decomposizione di materiali vegetali e animali.
La pacciamatura protegge dai raggi solari, troppo forti nel periodo estivo, e dalle rigide temperature invernali, andando a creare una sorta di coperta naturale che isola il terreno, mantenendo costante la temperatura.
Nei periodi di pioggia intensa, che nella nostra zona non mancano mai, le gocce d’acqua colpiscono incessantemente il suolo, sporcando le piante.
La tecnica della pacciamatura mantiene pulita la piantina evitando che ciò accada, offrendo al cliente una verdura pulita, come se fosse già stata lavata.
Infine questo metodo è utile soprattutto nella coltivazione di zafferano, che necessita di temperature elevate e costanti per svilupparsi correttamente e crescere in modo ottimale.
Anche la coltivazione delle patate vede l’impiego del fieno: il tubero viene appoggiato sull’erba e ricoperto di 30-40 cm di fieno.
Trascorsi 20-25 giorni la pianta inizierà a germogliare portando alla crescita della patata, proprio come se fosse interrata.
Quali ortaggi coltivi nei tuoi campi?
Le varietà di ortaggi prodotte sono davvero tante e includono peperoni, pomodori, melanzane, cipolle di Tropea, cavolo cappuccio verde e rosso, diverse varietà di cicorie, finocchi, cavolo rapa, ravanelli rossi, zucche, zucchine trombetta, zucchine gialle e verdi, cetrioli e molto, molto altro ancora.
Una serie di prodotti che si prestano bene anche i minestroni invernali, come il cavolo nero e la verza, un ortaggio unico se si vuole preparare un’ottima cassœula (N.D.R. un piatto tipico della cucina lombarda a base di verza e carni di maiale meno nobili - come cotenne, costine, piedini, orecchie e talvolta anche salsicce).
Cerco sempre di variare la proposta seguendo costantemente la stagionalità e i cicli naturali di produzione, e non propongo mai gli stessi prodotti per soddisfare appieno i miei clienti.
Lorenzo, parlaci della coltura dello zafferano, qui a Lo St&lo

La rotazione delle colture è importante in agricoltura e mi consente di coltivare il mio fiore all’occhiello: lo zafferano.
È una spezia che ho iniziato a coltivare qualche anno fa e che, attualmente, con l’esperienza e lo studio della pianta, mi sta dando tante soddisfazioni.
La coltivazione prevede l’interramento dei bulbi creando delle baulature, ovvero dei rilievi o cumuli allungati, simili a piccoli letti rialzati.
Questo impedisce il ristagno dell’acqua che potrebbe danneggiare il bulbo causandone la marcescenza e compromettendo la crescita della pianta.
Il primo zafferano cresce nel mese di agosto offrendo il suo fiore in ottobre, periodo che ci vede infatti impegnati nella raccolta.
Ogni mattina dalle 6 fino alle 8-9 circa, raccogliamo il fiore rigorosamente chiuso, condizione che impedisce di perdere il nutriente dello zafferano.
I pistilli, una volta estratti, vengono fatti essiccare e, successivamente, confezionati, pronti per essere venduti ai nostri clienti.
Quali altri servizi proponi ai tuoi clienti?
Tra i servizi collaterali, produco legna da ardere, disponibile su consegna, e che rappresenta il mio core business nel periodo invernale.
Ripulisco i boschi della zona, soprattutto di Robinia, che consegno su richiesta del cliente.
Ho, inoltre, 25 ettari di terreno che mi consentono di produrre inoltre foraggio che fornisco ai numerosi maneggi della zona o privati che necessitano di fieno.
Mi occupo anche dell’orto comunale di Monvalle che seguo insieme ai bambini della scuola primaria.
Si tratta di un progetto che nasce per mostrare ai bambini le primissime forme di coltivazione e finalizzato ad avvicinarli alla natura.
Le classi seguono con entusiasmo la crescita delle loro piantine e, con il tempo, possono cogliere i frutti del loro lavoro.
L’anno scorso abbiamo partecipato a un concorso dedicato a diversi progetti scolastici legati a verde e natura sviluppati da altrettante scuole e classi, vincendo il primo premio.
Quest’anno abbiamo deciso di proseguire con il nostro orto, visibile a tutti presso l’ex centro anziani di Monvalle.
In che modo sogni di far crescere Lo St&lo nei prossimi anni?
In futuro mi piacerebbe creare un progetto dedicato a persone con disabilità, avvicinandole al mondo dell’agricoltura.
Il contatto diretto con il verde, le attività più semplici legate al mio lavoro, come per esempio la piantumazione di una piccola piantina, possono entusiasmare molto e dare grandi soddisfazioni.
Vorrei vedere la mia azienda crescere, in modo sano e vigoroso, proprio come le mie colture.
Tra i progetti che porto nel cuore ci sono una piantagione di girasoli e di tulipani, simboli di bellezza e rinascita. Ma soprattutto, c’è il desiderio di trasmettere la mia passione a chi vorrà camminare con me, condividendo il sogno di un’agricoltura autentica, consapevole e profondamente umana.