Se c’è una persona che ha rivoluzionato il modo di concepire la ceramica in Sicilia, forse anche in Italia e nel mondo, quello è Nino Parrucca, che nel suo omonimo laboratorio di ceramiche, nell’area di Cardillo a Palermo, a quasi 80 anni continua a lavorare con tenacia e affiancato da quelle che sono le sue donne. Figlie, nipoti e dipendenti, che formano uno staff quasi tutto al femminile e dove si respira l’aria di arte colorata e allegra. Già, il colore. È stato questo l’elemento di novità che il “signor Nino” ha dato al mondo della terracotta smaltata, di cui ha saputo fare un brand, al punto che, in Sicilia e nel mondo, se un prodotto è uscito dalla sua azienda, lo si capisce anche a distanza.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Nino Parrucca, quando è nata la sua azienda?
«Nel 1965. Io sono un figlio d’arte, perché i miei genitori costruivano i carretti siciliani. A vent’anni ho deciso di mettermi in proprio. Partendo dal mercato locale, grazie alle fiere internazionali, abbiamo venduto ovunque, dal Giappone agli Stati Uniti. Abbiamo 18 dipendenti e riusciamo a soddisfare le richieste di tutti. Con me lavorano le mie quattro figlie e i miei nipoti. Facciamo numeri grandi, ma restiamo un’azienda familiare».
Perché si sostiene che lei ha cambiato il mondo della ceramica?
«Perché arrediamo le case del mondo e con la tecnica della ceramica facciamo anche tavoli, sedie, panchine. Prodotti praticamente indistruttibili e che accompagnano la vita del cliente, A tutto questo si sommano i servizi di piatti, che puoi usare sia per rendere colorata l’abitazione che per servirci un piatto di pasta».
Tra tanta roba che lei mette a disposizione, quale è la più richiesta?
«Il portavaso, che è bello da regalare per esaltare una pianta. Ma a volte è bene anche auto regalarselo».
Lei, a quasi 80 anni, quando comincia a lavorare?
«Alle 8. Arrivo in fabbrica, organizzo il lavoro dei dipendenti, mi occupo della corrispondenza con i clienti e con i fornitori e poi mi allontano dalla fabbrica per raggiungere il nostro negozio in centro città, che serve ad attrarre i turisti che sbarcano dalle navi-crociera».
Come fa a trovare questa forza, in un’età in cui normalmente ci si gode la pensione?
«Grazie alle donne che qui lavorano, A cominciare dalle mie quattro figlie e dalle mie nipoti. Anche il personale è in maggioranza al femminile. Viva le donne».
Di quale tra le sue ceramiche è particolarmente orgoglioso?
«Di quelle che raccontano e rappresentano i mestieri e le professioni. Pannelli belli da regalare quando si ottiene un diploma, una laurea o si diventa un professionista. Dal postino al carabiniere, è tutto personalizzato».
Come si osserva, a quasi 80 anni, il futuro della propria azienda?
«In effetti sono in età avanzata. Ma la speranza è fare come mia madre, che ha lavorato fino a 85 anni ed era la prima ad arrivare e l’ultima ad andarsene dall’azienda. Spero di tirare avanti ancora per tantissimi anni, con le mie figlie al fianco».
Finità l’intervista, per il signor Nino è tempo di riprendere a lavorare. E il suo nuovo compito, nel quattrocentesimo anno dalla celebrazione di Santa Rosalia, è costruire una ceramica dedicata totalmente alla Santa protettrice di Palermo. «Sarà esposta in piazza San Domenico – dice – e la Santuzza va esaltata bene». Poi c’è da rifare un tavolo in ceramica per un cliente olandese che era stato suo cliente vent’anni fa: «Quello vecchio – spiega - si è spizzicato a causa della grandine nord-europea, quella che distrugge anche i parabrezza delle auto. Ma ora ci pensiamo noi a rifarglielo». Il problema del cambiamento climatico passa anche da qui.
Scopri tutti gli artigiani del sud Italia con noi di Italian Bees.