Omega Gloves, la tradizione secolare della sartoria del guanto in pelle

Articolo di Sergio Cimmino


La tradizione conciaria e della lavorazione del pellame, ha origini secolari nella città partenopea.  Nei primi anni 20' nei quartieri centrali della Stella e del Rione Sanità sorgevano le prime piccole  botteghe dei maestri guantai. Un lavoro antico, popolare ed elegante, che Gennaro Squillace,  conosciuto come il “ sarto del guanto”, diede vita nel lontano 1923, ideando un marchio ed un  brand diventato nel tempo sinonimo di bellezza e stile tutto partenopeo. Omega Gloves, di Alberto  Squillace, e' riconosciuta a livello mondiale come un eccellenza della antica lavorazione dei guanti  artiginali, un processo senza tempo, che nelle sue fasi incorpora tutta la passione e la laboriosità di  mani antiche e sapienti, che, come in un secolare rito magico, si tramanda di generazione in  generazione. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Omega Gloves, un marchio di riferimento del made in Italy specializzato nell'arte della lavorazione delle pelli, cento anni di storia , come è nato il vostro brand e  come si è arrivati al successo dei giorni nostri? 

Omega Gloves nasce nel 1923 da mio nonno Gennaro Squillace, figlio di un umile tagliatore di  guanti del quartiere Sanità di Napoli. La città partenopea è da secoli conosciuta per la  lavorazione del guanto e in particolar modo il piccolo quartiere centrale della Sanità, questa  radicalità è la filosofia che da sempre contraddistingue il marchio Omega Gloves. Pur rimanendo  nel moderno e nel contemporaneo, ed essendo proiettati nel futuro, il nostro percorso rimane legato  alla vecchia lavorazione a mano, artigianale, realizzata con le antiche macchine per cucire, le  famose “Singer”, questo contraddistingue l'unicità del brand, basti pensare che per realizzare un  singolo paia di guanti, si ricorre a venticinque passaggi, ognuno realizzato da persone diverse che  da tre secoli ad oggi tramandano il lavoro manuale di generazione in generazione. 

Come è strutturata la vostra sede e il vostro laboratorio artigianale? 

Ad oggi Omega Gloves ospita cinque impiegati ,che non sono nulla, rispetto agli addetti della  prima fabbrica degli anni 70', in cui si potevano contare tra i sessanta e i settanta operai. La  filosofia e la “testardaggine” di rimanere legati alla tradizione, nel tempo ci ha “obbligati”  ,purtroppo, a ridurre i volumi di lavoro e la nostra manodopera. Dopo il periodo post-covid , c'è  stata una presa di coscienza sia nella clientela che nel consumatore, che ha spinto anche le nuove  generazioni ad avvicinarsi alla lavorazione artigianale. Nel corso delle mia esperienza ,mi sono  ritrovato a collaborare di fianco ad artigiani che avevano iniziato il loro lavoro insieme a mio  padre o addirittura a mio nonno, questo conferma che la nostra idea di fabbrica è sicuramente  intesa come una grande famiglia “senza tempo”.



Quali sono i modelli che Omega Gloves ha scelto di produrre e distribuire sul mercato? 

Se parliamo dei modelli più venduti di Omega Gloves, è il nostro classico guanto in agnello. Oltre  alla lavorazione dei guanti artigianali, la città di Napoli è conosciuta anche per la sua tradizione 

conciaria e del pellame, quindi possiamo dire che il nostro marchio oltre ad esser “made in italy” è  esclusivamente realizzato in un processo “made in Napoli”. Si parte da un classico in pelle di  agnello , definito il nostro “entry level”, sicuramente tra i modelli più vendibili, sino ad arrivare  alla alla nostra “Ferrari” del guanto, il modello “peccary”, ovvero un cinghialotto sudamericano,  che come azienda acquistiamo nella regione del Perù, che tra gli estimatori è ritenuto il top di  gamma. La collezione si avvale anche di modelli sportivi, come quello “crochet”, dallo stile più  drive, che ricorda uno stile vintage della guida sportiva degli anni 40'-50'. 

Che rapporto avete con la clientela italiana e internazionale? 

Negli anni i grandi quantitativi sono scesi e sicuramente cambiati. Questo ci ha portati ad un  cambio di prodotto e di clientela, di conseguenza se i quantitativi diminuiscono la qualità aumenta  il di livello. A metà del ventesimo secolo, mio nonno Gennaro Squillace, produceva tra i centomila e  centocinquanta mila paia di guanti all'anno, tra grandi magazzini e negozi, ad oggi l'azienda si  avvale molto di più di acquirenti di nicchia, che va dallo stilista, al negozio di lusso, sino al brand  di alta moda. Il nostro target di clientela è del 10% in Italia e il 90% estera, molte richieste ci  arrivano dalla Francia , ma negli ultimi anni stiamo allargando il nostro mercato anche al  continente asiatico, il nostro “made in italy” è cosi diventato di livello globale. 



Che vision ha intrapreso Omegla Gloves, per il suo futuro prossimo? 

Se mi viene chiesto il progetto e il futuro dell'azienda , posso sicuramente confermare che Omega  Gloves ha intrapreso già da anni, la filosofia di una “qualità” altamente selezionata, il vecchio e  tradizionale “poco ma buono”, ha rappresentato per noi una scelta sicuramente vincente.  Pensiamo che il consumatore abbia bisogno di un prodotto che non sia vuoto, ma in maniera  opposta, pregno di storia e artigianalità. Le manodopera vecchio stile è sempre un grande  vantaggio, coniugata alla salvaguardia dei valori della tradizione guantaia napoletana rappresenta  anche un viatico per indurre le nuove generazioni a rimanere nel proprio territorio, magari  riscoprendo un lavoro cosi affascinante , come può esserlo anche l'intera filiera artigianale.



 




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