Suo padre, Angelo, ha creato un dolce artigianale: il dito di apostolo. Il figlio, Carmelo, lo ha trasformato in mito, rendendolo famoso in tutto il mondo. Può riassumersi così la storia della Pasticceria Scimone di via Imera 8 a Palermo, con sede anche a Mondello. Qui i dolci siciliani artigianali tradizionali non hanno segreti e sono creati ancora come si faceva un tempo: con pazienza e qualità, rigorosamente con ingredienti siculi e con stile artigianale.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Carmelo Scimone, quando nasce la vostra pasticceria dove tutto è fatto ancora a mano?
«Nel 1950 con mio nonno Carmelo. Poi con mio padre Angelo e zio Aldo, oggi con Me e mio fratello Alessandro. Sempre e rigorosamente a Palermo».
Cosa producete qui?
«Siamo pasticceri di eredità. La nostra è una produzione artigianale. Facciamo i cannoli e la cassata, ma la nostra chicca è una».
Quale?
«Il dito di °Apostolo, creato da mio pare Angelo trent’anni fa. Lo abbiamo in vari gusti. È un dolce registrato alla Camera di Commercio e certificato come unico al mondo».
Come si svolge la vostra giornata di lavoro?
«Inizia alle 5 del mattino in laboratorio con i miei collaboratori. Si comincia con gli impasti, poi ci si dirige verso la vetrina per posizionare i dolci da vendere al pubblico e poi mi dedico alle vendite online del nostro sito».
Che obiettivi futuri avete per questa azienda?
«Cercheremo di ampliarci sempre più e di puntare ai mercati arabi, per esportare il Dito di apostolo, visto che è un dolce che anche i musulmani possono mangiare e non va in conflitto con il loro credo».
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