Nel cuore di Bari vecchia c’è un mondo fatto di sogni e realtà che merita di essere contemplato. Si tratta dell’atelier del maestro d’arte Roberto Lanave, un angolo dove la creatività, la tradizione e la competenza si percepiscono in ogni oggetto esposto. Non mere lavorazioni fatte di diversi materiali, ma opere d’arte vive.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Tutto ha inizio dalla cartapesta: come nasce questa passione?
«La mi storia nasce dall’infanzia, precisamente dalle scuole medie. È lì che ho iniziato a costruire i primi burattini e ho capito che mi piaceva manipolare la cartapesta. Più in là, ho conosciuto un signore che mi ha instradato in quest’arte: ho costruito i miei primi burattini con cui ho fatto degli spettacoli anche fuori regione, circa 27 anni fa. Dopo un viaggio a Praga ho scoperto l’arte delle marionette e ho cominciato a costruirle, a muoverle per tante ore. Le marionette esposte nella mia attività sono il frutto del lavoro di una vita. Le uso per fare spettacoli di cui io stesso scrivo le storie. Andiamo in scena nei teatri, nei villaggi, nelle scuole».
Parliamo dei materiali e delle tecniche di cui si avvale.
«Io lavoro diversi materiali: realizzo burattini in cartapesta macerata alla pasta, ma utilizzo anche il legno sia duro sia morbido, sia di balsa sia di tiglio. Per ogni materiale c’è una tecnica diversa. Per quanto concerne gli strumenti uso le sgorbie, gli scalpelli, le lame. Con pochi attrezzi riesco a dar vita a opere uniche».
Creatività e burattini: come descriverebbe questo mondo?
«Quello dei burattini è un mondo molto bello: si vive tra i sogni e la realtà. Sicuramente tra i lati positivi di questo lavoro c’è questo aspetto. Non si finisce mai di imparare: lavorando scopri sempre cose nuove e ti vengono in mente nuove idee. È la creatività il motore di tutto quello che faccio».
Un altro dei suoi punti forti sono le maschere da sala.
«Questa passione che coltivo è nata quasi in contemporanea con i burattini e le marionette, un po’ per caso. La maschera mi ha sempre affascinato: ho scoperto la tecnica di modellazione leggendo un libro di Sartori in cui si parlava delle lavorazioni sul cuoio, un materiale con cui ho sempre fatto pratica. Così mi sono cimentato anche nelle maschere: ho provato, ho sbagliato, ho imparato. Nel tempo ho realizzato tanti personaggi del teatro italiano, da Pulcinella a Pantalone, passando per Arlecchino e Brighella. È una tecnica molto antica, ma al contempo molto affascinante. È nata a nord Italia, precisamente in Veneto: dopo aver realizzato lo stampo in legno, con degli attrezzi si modella il cuoio bagnato sul calco».
Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono lavorare nel mondo artistico?
«Per voler perseguire la strada dell’arte bisogna essere un po’ folli, oltre ad avere una buona dose di energia e di determinazione. Bisogna anche saper soffrire, però nel tempo ci si perfeziona e si possono raccogliere molte soddisfazioni. Tutto il mondo passa dalla mia bottega per fotografare le mie creazioni, che la gente apprezza: questo appaga sicuramente lo spirito di un artista».
Scopri tutti gli artigiani del sud Italia con noi di Italian Bees.