Emiliana Pede, giovane artista e artigiana di San Pietro Vernotico, continua a stupire con il suo talento nel trasformare materiali in disuso in opere d'arte uniche. Il suo quartier generale è Trama, nel centro storico di Otranto, dove Emiliana ha messo in mostra tutte le sue creazioni artigianali.
Qui, complice anche l'eccellente posizione del suo negozio, è possibile ammirare la grande creatività dell'artista-artigiana e farsi travolgere dalla sua simpatia e accoglienza. Turisti ed amanti dell'arte non potranno che restare attratti dalla bellezza delle opere presenti.
Al centro dei progetti di Emiliana Pede c'è soprattutto la rinascita dei materiali attraverso la sua arte e la sua innata creatività. Lo scopo del suo lavoro, come ci ha raccontato nel corso dell'intervista, è quello di dare nuova vita a materiali abbandonati e in disuso. Con un tocco di creatività e ingegno, l’artista trasforma oggetti comuni in opere che raccontano storie del passato e del territorio, promuovendo al tempo stesso il concetto di riutilizzo consapevole.
Dalle meduse - o meglio, le sue iconiche e vibranti "lampeduse" - ai tanti accessori realizzati a maglia, tra cui i fichi d'India: il percorso artistico di Emiliana Pede è ampiamente riconoscibile.
Oltre all'attuale lavoro, non mancano i progetti di Emiliana mirati a promuovere, con le sue opere, il turismo sostenibile, continuando a porre l'attenzione al riuso e al rispetto per l'ambiente.
E' possibile visitare Trama immergendosi nelle vie del centro storico di Otranto, precisamente in via Francesco Zurlo, 8. Ad accogliervi sarà uno straordinario mondo di "lampeduse" e creatività.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Ciao Emiliana, ti ringrazio intanto per l'ospitalità. Siamo a Otranto e Trama, come lo hai descritto anche te, oltre ad una bottega di artigianato rappresenta il “filo conduttore di tutte le creazioni qui presenti”. Come nasce la tua attività? Ci racconti la sua storia?
Ciao, sono Emiliana. Io progetto e realizzo oggetti di arredo e accessori usando un'antica tecnica tradizionale, quella della maglia e dell'uncinetto, così come il macramè, che però lo rivisito in chiave moderna, creando questi oggetti. Non si tratta dei classici pizzi e merletti che si usavano un tempo ma producendo questi oggetti con forme particolari, come ad esempio meduse realizzate all'uncinetto che possono essere degli accessori, come una
collana, oppure degli oggetti d'arredo come delle lampade, le "lampeduse", appunto, che possono essere puramente decorative oppure fungere da lampadario.
In questi progetti ci metto tutto il sapere della tradizione, intrecciando. La mia prerogativa è creare prima le forme e poi la copertura, utilizzando queste antiche tecniche.
Come ti sei avvicinata al mondo dell'artigianato?
In realtà da sempre, perché siamo portati in famiglia per la manualità e la progettazione. Anche mio fratello è un artigiano, così come mia sorella che è estremamente portata. Abbiamo proprio un gene. Sin da piccola creavo piccole manifatture con il recupero di fazzoletti, tovaglioli, carte delle caramelle. Tutto ciò che trovavo lo trasformavo per farci degli oggettini. Poi ho frequentato anche una scuola d'arte a Lecce, che mi ha stimolato ancora di più e poi mi sono inserita totalmente nel mondo dell'artigianato.
Qual è la creazione alla quale tieni maggiormente?
Sono diverse. Sicuramente le "lampeduse", che sono tra i miei primi oggetti. Poi tengo tantissimo anche ai polpi, che è un'altra forma marina. Comunque tutti i miei oggetti sono ispirati dal territorio, infatti faccio spesso oggetti marini. Ed anche i fichi d'India, una pianta tipica sia della Puglia che della Sicilia, grazie alle temperature che ci permettono di far vivere queste piante grasse. Io le riproduco in versione moderna con questa tecnica della maglia.
Tu dai molta importanza al concetto di ecosostenibilità: come si rispecchia nelle tue opere? E quali materiali prediligi?
In tutto praticamente, in quanto cerco di utilizzare materiali già esistenti e trasformarli per creare questi oggetti. Ad esempio ho realizzato una grandissima medusa utilizzando il nastro delle vecchie videocassette, oggi totalmente in disuso. Ma anche per la creazione dei fichi d'India, all'interno la struttura è fatta con il polistirene, che è il materiale con cui si fanno i cosiddetti cappotti delle case. Quindi nella ristrutturazione spesso viene dismesso questo materiale che io trasformo, creo la scultura e poi la copro. Abbiamo poi anche delle lische di pesce decorative, o volendo da utilizzare come appendini, fatte con delle vecchie antenne di televisione.
Quindi quando vedo qualche oggetto o materiale che deve essere riciclato o sostituito cerco io di crearci qualcosa, utilizzando la mia creatività da artigiana.
Nel corso della tua carriera di artista hai già realizzato progetti di notevole importanza (dalle vecchie boe recuperate e trasformate in opere d'arte alla realizzazione di 'meduse sospese' per le vie di Gallipoli). Ce n'è ancora uno che vorresti realizzare?
Io dal 2018 mi occupo di allestimenti per enti e Comuni. Ho altre idee: soprattutto sulla costa, nel periodo invernale, arriva di tutto e con quel materiale io voglio costruire questi allestimenti. Ora si usa tanto, nei Comuni, abbellire i vicoli con oggetti, ma vorrei evitare di comprare del materiale e metterlo in giro nel mondo, ma utilizzare del materiale che già esiste e trasformarlo rendendolo qualcosa di bello, piacevole, carico, Instagrammabile - perché ora funziona tutto tramite social - e dunque ho dei progetti futuri sia per i Comuni di mare che dell'entroterra.
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